Mazzarrà Sant’Andrea (ME): «mettete in sicurezza la discarica, fate le bonifiche e andate via»
Ieri mattina davanti ai cancelli della discarica di Mazzarrà Sant’Andrea, si è tenuto un presidio indetto dall’associazione Piero Angela di Furnari. Sul posto sono accorse decine di abitanti della zona perché preoccupati per la condizione in cui versa la discarica e quindi per la propria salute.
Il 25 giugno è scoppiato un incendio doloso all’interno della discarica che è durato molti giorni. La presenza di piccole colonne di fumo fa addirittura sospettare che l’incendio non sia del tutto spento, ma solo non più visibile in superficie. All’indomani dell’incendio, il sindaco di Furnari, comune confinante con la discarica, ha emesso un ordinanza (non ancora revocata) che vieta di mangiare i prodotti agricoli coltivati in terreni presenti all’interno del territorio comunale.
Il presidio è stato organizzato in occasione della visita dei componenti della commissione ecomafie di Camera e Senato.
«La visita ha lo scopo di verificare le condizioni della discarica alla luce del gravissimo e doloso incendio del 25 giugno che ha riempito l’aria di sostanze inquinanti e pericolose per la salute – affermano i componenti dell’associazione». Durante il presidio hanno distribuito un volantino che riporta e rappresenta chiaramente il punto di vista dei manifestanti, stanchi di vivere in un territorio martoriato per il profitto di pochi e che oggi potrebbe tornare a essere minacciato. Di seguito alcuni righe:
«Manifestiamo perché non vogliamo abbandonare le nostre case, le nostre terrazze, i nostri orti, i nostri giardini, le nostre terre, le nostre coste che con generazioni di duro lavoro ci sono state tramandate. Noi non vogliamo che questo bellissimo golfo e queste colline si trasformino in un deserto. Noi non vogliamo che l’economia di tante famiglie che vivono di agricoltura, ristorazione, accoglienza turistica, artigianato siano costrette a chiudere per sempre le proprie attività. Non vogliamo continuare a morire lentamente di malattie che ci sono estranee. Noi vogliamo guardare negli occhi i nostri figli e non provare vergogna, noi vogliamo dire ai nostri nipoti che ci abbiamo provato in una lotta che sembrava disperata contro interessi ufficiali ed occulti che non possono giustificare lo scempio e la distruzione di questo lembo di Sicilia che vorremmo si trasformasse in una oasi di pace e bellezza. Chiediamo la creazione di una zona protetta per danno ambientale.
Chiediamo che questi impianti “ecologicamente sostenibili “ vengano costruiti in zone con bassa densità abitative. Manifestiamo per chiedere semplicemente di lasciarci vivere».
Insomma gli abitanti del territorio non vogliono che la discarica riapra, non vogliono che vengano realizzati nuovi impianti di trattamento rifiuti presentati come necessari per la transizione ecologica. Pretendono soltanto di poter fare crescere i propri figli in un ambiente sano. Per questo chiedono la messa in sicurezza, la bonifica e la definitiva chiusura.
Quella contro la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea è una battaglia che dura da anni. Una battaglia che come tante, è andata a sbattere contro il muro del disinteresse istituzionale. Ma dopo l’ultimo grave incendio doloso sembra proprio che sia arrivato il momento di una reazione forte della comunità per riaffermare un principio su cui non dovrebbero esserci dubbi: la sopravvivenza.