Emergenza rifiuti. Nessun inceneritore nella nostra terra!
Si torna a parlare di che piano per il futuro si ha per la Sicilia. Da qualche giorno, infatti, si parla della possibile costruzione di un nuovo inceneritore nella provincia di Catania.
A presentare il progetto la SI Energy, una società con sede legale a Palermo, ma con origini bresciane.
Durante il periodo di Lockdown proprio Giorgio Alberti – commercialista bresciano e amministratore della Si Energy – ha presentato l’istanza per la valutazione ambientale del progetto, una procedura che prevede un costo di istruttoria pari a 600 mila euro.
Il progetto
L’inceneritore di rifiuti verrebbe collocato tra l’IKEA e l’ex Acciaieria Megara. L’idea della società è quella di produrre energia da rifiuti poco pericolosi: rifiuti indifferenziati, di matrice ospedaliera, e fanghi disidratati provenienti dai depuratori; a essi si aggiungerebbe il cosiddetto fluff, cioè le polveri e gli scarti provenienti dai processi preliminari della rottamazione delle acciaierie. Diventa quindi evidente il rapporto con le Acciaierie di Sicilia. Si Energy intende infatti inviare, in parte, tutto il metallo non combusto dal processo – e cioè recuperato dai rifiuti conferiti in impianto- all’Acciaieria. Dall’altra parte, permette di utilizzare l’energia prodotta dal termovalorizzatore per alimentare l’impianto controllato dal gruppo di Lonati e Stabiumi, i due imprenditori che guidano Siderurgiche Investimenti, colosso dell’acciaio che controlla anche l’ex Megara.
«Considerata la differenziata inesistente, il bando di gestione che va deserto da anni, la Tari alle stelle e il fatto di essere in ultimissima posizione nelle classifiche delle città green, Catania è la città perfetta per un imprenditore dell’incenerimento» – dichiara Manuela Leone di Rifiuti-Zero Sicilia. L’associazione fino a pochi giorni fa ha sollecitato Musumeci a prendere una posizione chiara sul tema inceneritori in Sicilia in vista dello scadere dei termini per comunicare al ministero dell’ambiente qual è il fabbisogno in materia di impianti dell’isola. Ed è la stessa Leone ad affermare che la sentenza con cui il Tar del Lazio aveva stoppato il Dpcm sul “piano degli inceneritori” è stata una tappa fondamentale che ha dato ragione a chi per anni ha ribadito che: «le soluzioni calate dall’alto e basate su una mappatura superficiale non vanno bene».
Poca chiarezza dall’Ars
La comunicazione della procedibilità dell’istanza partita a settembre si inserisce in un periodo in cui la questione smaltimento rifiuti è molto discussa.
Circa un mese fa, il presidente della Regione Nello Musumeci aveva dichiarato di non escludere la possibilità di ricorrere a nuovi impianti di termovalorizzazione. «In Sicilia siamo in una emergenza strutturale per quanto riguarda i rifiuti, un’emergenza che dura dal 1999. Serve far crescere la differenziata e fino a quando resteremo a questi livelli la situazione non migliorerà» – aveva aggiunto.
Ci chiediamo però se oltre a sperare per il meglio il presidente Musumeci stia lavorando a qualcosa di concreto per l’aumento della percentuale di raccolta differenziata nella regione.
Da poco è arrivato all’ARS il parere della commissione tecnico-specialistica riguardante il piano di gestione dei rifiuti, ma ancora una volta ci sono poche certezze sul futuro della nostra isola. Non è presente, infatti, un’indicazione su quale tecnologia adottare.
L’idea è quella di garantire autonomia e indipendenza ai territori. Nasceranno nove Ada, ambiti territoriali che coincideranno con le province. Si tratterà di enti pubblici, come in tutto il resto d’Italia, attraverso i quali la Regione eserciterà un’azione di indirizzo e controllo e adotterà gli atti di pianificazione generale. Sarà, invece, il territorio a gestire la pianificazione di dettaglio territoriale, impianti compresi.
Nonostante il piano induca a pensare a impianti ridimensionati per le aree di riferimento, resta ancora un grande punto interrogativo su inceneritori o termovalorizzatori. L’attenzione degli imprenditori sulla Sicilia sembra ancora molto alta, lo dimostrano il tentativo dei Leonardi di presentare un progetto simile a quello della Si Energy – fallito a seguito dello scandalo legato all’inchiesta Mazzetta Sicula o quello della A2A, un progetto riguardante un inceneritore nella Valle del Mela, bloccato dalla forte opposizione degli abitanti del territorio.
Contro la realizzazione del progetto è intervenuto, stamattina, il coordinamento per il territorio di Lentini: « un nuovo inceneritore a minacciare la nostra salute. Dovrebbe sorgere vicino all’IKEA e alla tangenziale. A presentare il progetto durante il lockdown la “SI Energy” che ha sede legale a Palermo e radici a Brescia (città del suo rappresentante legale Giorgio Alberti). Proprio Brescia… dove sorge un inceneritore e i tassi di tumori sono alle stelle! Non vogliamo questo destino. Cambiamo rotta! Le istituzioni si devono impegnare ad incentivare altre forme di trattamento rifiuti, si investa SERIAMENTE (non “tanto per dire” come adesso) nelle differenziata, in centri di compostaggio aerobico, in centri di recupero dei materiali differenziati e in centri di trattamento dei rifiuti indifferenziati su scala comunale o intercomunale, pubblici e sotto controllo popolare! »
E noi rilanciamo questo messaggio: Basta con una gestione che non tenga in considerazione le necessità della popolazione; basta pensare agli interessi di imprenditori e grandi aziende.