Erice, marcia per San Matteo: basta incendi

Erice, marcia per San Matteo: basta incendi
Si è svolta questo pomeriggio la marcia per San Matteo, un corteo su per la montagna di Erice che è stata devastata dall’ultima ondata di incendi che ha investito l’isola.

 

Una marcia per il territorio

La marcia, organizzata dal Coordinamento Salviamo i boschi,  è partita dal museo Agro-forestale di Erice e ha attraversato i luoghi della devastazione. 

«Non si può rimanere inermi davanti a tanta devastazione. Non si può rimanere in silenzio, soprattutto perché la tragedia di San Matteo, come di ogni altro luogo della nostra Sicilia che in questi giorni brucia, arde e grida di dolore, è cronaca di una morte annunciata. La morte del nostro territorio, dei suoi boschi, della sua storia, della sua fauna e della sua flora. Ingenti sono i danni di queste ultime settimane di guerra, incalcolabili probabilmente. Ingenti sono gli interessi, le responsabilità, le omissioni» – così si legge nell’appello del Coordinamento.  Parole di rabbia di una comunità che ogni anno vede andare in fumo pezzi di storia, di territorio, di patrimonio naturale.
 

La Sicilia in fiamme 

Con la stagione estiva è tornato puntuale il problema incendi. La Sicilia è in fiamme, ingenti ettari di territorio sono andati perduti a causa del fuoco che negli ultimi giorni ha raggiunto boschi e sterpaglie. 

Tutte le province sono state colpite. Le aree interne sono state investite da una violenza senza precedenti, territori come quello di Gangi devastati.
 

Serve prevenzione, la Regione che fa?

E se Musumeci è subito partito alla carica contro i piromani, per i quali invoca il carcere a vita, c’è chi punta il dito contro la sua giunta. Le comunità ribadiscono da anni che la cura del territorio e la gestione degli incendi dovrebbe passare innanzitutto dalla prevenzione. 

«Vogliamo che questa guerra finisca. Vogliamo provvedimenti reali. Vogliamo prevenzione (reale!) e sorveglianza del territorio. Siamo stanchi di scuse, distrazioni e capri espiatori. Pretendiamo che quelle istituzioni che dovevano garantire la prevenzione e la tutela del territorio e hanno – evidentemente! – fallito, rispondano delle loro omissioni, ostruzioni ed incompetenze» continuano.

La Regione continua invece a farsi trovare impreparata di fronte all’emergenza incendi. Bruciano intere montagne, boschi, riserve naturali; le fiamme spesso raggiungono i centri abitati costringendo la popolazione ad abbandonare le case; i danni ecologici, alla flora e alla fauna sono inestimabili. Succede ogni anno; eppure, la giunta Musumeci non è ancora stata in grado di presentare una programmazione che agisca sulla prevenzione.
 

La prevenzione non porta voti 

«Prevenire si può». È questo l’appello rivolto alle istituzioni ormai da anni. Come? 

Bisognerebbe innanzitutto intervenire sul comparto forestali con una riforma che faccia passare i lavoratori a tempo indeterminato per garantire una copertura del servizio di cura del territorio e prevenzione degli incendi tutto l’anno e non solo in alcuni mesi. Serve un adeguato controllo del territorio e il presidio attivo delle aree sensibili.

Il vero problema è che continua a non esserci una politica pianificata. Probabilmente perché la protezione dei nostri boschi non porta voti.

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