Lo dice pure l’Eurispes: lo Stato italiano rapina la Sicilia
Il 4 marzo scorso l’istituto di ricerca Eurispes ha diffuso una nota stampa dal titolo “La Sicilia è dissipatrice? Solo fake news: è lo Stato a sottrarre risorse all’isola”.
A prendere parola è proprio il presidente dell’Osservatorio sul Mezzogiorno dell’Eurispes Saverio Romani, il quale afferma: «sulla distribuzione delle risorse in Sicilia e nel Sud, sulle politiche fiscali adottate negli ultimi decenni, sugli investimenti che non sono stati mai fatti in infrastrutture materiali e immateriali, sulle disparità perpetrate ai danni dei cittadini del Meridione, su uno Stato che nei confronti della Sicilia ha sempre avuto un braccio lungo nel prendere e uno corto nel dare, va fatta una definitiva operazione verità, presupposto essenziale per invertire la rotta e per togliere argomenti falsi ai detrattori del Mezzogiorno. Occorre reintrodurre, per legge, il principio secondo il quale chi produce in Sicilia, anche se ha sede legale fuori da essa, pro quota di produzione deve pagare le tasse in Sicilia! Lo Stato centrale, al di là dei governi e del loro colore, dimostri coi fatti che non ci sono cittadini di serie A – quelli del Centro-Nord – e cittadini di serie B – quelli da Roma in giù, Isole comprese».
In generale, lo studio pubblicato a marzo dall’istituto mette in luce una serie di fatti e verità che ribaltano totalmente la propaganda di partiti e media nazionali studiata a tavolino per convincere a tutti i costi gli italiani – ma soprattutto i siciliani – che la Sicilia è la regina dello spreco e dello sperpero. Per alimentare luoghi comuni contro i siciliani utili solo agli interessi di chi, nei fatti, deruba la Sicilia.
La falsa dei tributi
La prima favola è quella che vedrebbe la Sicilia ricevere, in merito al residuo fiscale, 10 miliardi l’anno in più di quello che dà allo Stato. Nel rapporto la cosa viene giudicata falsa per due ragioni fondamentali: 1) perché vengono considerati come trasferimenti dello Stato i tributi devoluti, cioè le tasse dei siciliani che lo Stato considera in prima battuta come proprie per poi darle indietro alla Sicilia; 2) perché viene considerata la sede legale dell’impresa che produce il reddito e quindi il luogo della riscossione e non il luogo in cui il reddito viene maturato. Questo vuol dire che lo Stato non considera risorse dei siciliani i tributi pagati dai siciliani e le tasse delle imprese che producono in Sicilia.
La falsa dei dipendenti pubblici
La seconda favola è quella degli sprechi. Quante volte abbiamo sentito dire a politici, giornalisti, opinionisti e altri, che la Sicilia è una delle regioni più sprecone? Secondo i benpensanti le ragioni sono da individuare nell’eccessivo numero di dipendenti pubblici – molto più alto rispetto alle altre regioni del nord. Secondo il rapporto, i dati del censimento Istat del 2016 – che sono i più recenti – dicono che la regione «risulta ottava in Italia per quantità totale di dipendenti pubblici pro capite. Mentre, la prima posizione in classifica è occupata dalla Valle d’Aosta, la seconda dalla Provincia Autonoma di Bolzano, la terza dalla Provincia Autonoma di Trento, la quarta dalla Sardegna e la quinta dal Friuli-Venezia Giulia». Viene aggiunto inoltre un dato sui tanto discussi forestali. Questi, che sono 24000, non sono esclusi dalle cifre che riguardano il numero dei dipendenti pubblici e tra l’altro non gravano sui conti nazionali, ma solo su quelli regionali. A questo va aggiunto la seguente precisazione: «compiti e funzioni altrove affidati ai dipendenti dello Stato, in Sicilia sono propri degli stessi dipendenti della Regione. Quindi, a poter essere confrontato è solo il numero dei dipendenti pubblici nel suo complesso, perché quegli uffici che nelle Regioni a statuto ordinario sono svolti dallo Stato, in Sicilia è la Regione stessa ad assolverli».
Concludiamo – ma ci sarebbe tanto altro da dire – con il dato che dovrebbe mettere un punto definitivo alla questione e che è causa principale delle difficoltà economiche in cui versa la Sicilia. Ci riferiamo ai famosi 7 miliardi annui di IVA e irpef pagati dai Siciliani che vengono sistematicamente sottratti dallo Stato. Per dare l’idea di quanto gravano sulle casse dei siciliani questi 7 miliardi l’anno, ricordiamo che il debito prodotto dalla regione è di circa 9 miliardi e il disavanzo di circa 2. C’è ancora qualcuno che pensa che non sia vero che lo Stato Italiano rapina la Sicilia?