Euskal Herria. ETA consegna le armi
Secondo quanto pubblicato dal quotidiano Le Monde, l’organizzazione armata indipendentista ETA è pronta a consegnare le armi custodite in territorio francese.
Ad annunciarlo al quotidiano francese è stato Jean-Noël Etcheverry, detto «Txetx», militante di Bizi, organizzazione basca attiva sui temi sociali e ambientali, arrestato lo scorso 16 dicembre a Louhossoa (Francia). Txetx ha assicurato che alla consegna delle armi prenderanno parte membri della società civile e politici dei Paesi Baschi francesi, dichiarando inoltre che ETA ha affidato ad essi la responsabilità del disarmo del suo arsenale, e che la sera dell’8 Aprile l’organizzazione combattente basca sarà completamente disarmata. Non è il primo tentativo: quello precedente avvenne la sera del 16 dicembre 2016 a Louhossoa, nei Pirenei-Atlantici, vicino Bayonne, e si concluse con una spettacolare operazione di polizia, e i cinque – un sindacalista, un agricoltore, un viticoltore e due giornalisti, tra cui lo stesso Txetx – incaricati di restituire dieci casse di armi alle autorità francesi vennero arrestati.
Le autorità spagnole sono scettiche riguardo alla veridicità dell’annuncio e considerano la mossa di ETA solo un atto di propaganda. A sostegno di questa tesi le dichiarazioni rese dall’intelligence spagnola che descrivono come nelle precedenti consegne di armi effettuate da ETA la formazione basca ha rivelato depositi di armi ormai inutilizzabili per il tempo e l’usura.
Il processo di pace è iniziato il 20 ottobre 2011, con la conferenza internazionale di Ayete, a San Sebastian. Da allora, ETA ha dovuto fare i conti con l’assoluta irremovibilità da parte dei governi spagnolo e francese a concordare con l’organizzazione armata qualsiasi tipo di processo. ETA che più volte ha chiesto un interlocuzione con le sue controparti ha nei fatti trovato di fronte un muro di gomma che l’ha costretta ad una pace unilaterale, considerando che le richieste avanzate da ETA, in primis sulla politica carceraria e lo stato di diritto, non sono state soddisfatte.
«Se Francia e Spagna non vogliono collaborare, almeno cerchino di non ostacolare», ha dichiarato Arnaldo Otegi, leader della sinistra indipendentista basca, ricordando gli ostacoli posti in questi anni lungo il cammino di soluzione del conflitto. Mariano Rajoy, presidente del Partito popolare e attuale primo ministro spagnolo, ha commentato la notizia specificando che la consegna delle armi non basta e che pretende lo scioglimento di ETA, cosa mai annunciata dai militanti baschi. Dello stesso tenore le dichiarazioni del PSOE, mentre Podemos si felicita per il passo avanti verso la pace, sottolineando di stare con le vittime del conflitto, di qualunque parti esse siano. Inigo Urkullu, Lehendakari (presidente del Governo) della comunità autonoma basca, considera credibile l’annuncio definendolo un passo avanti nel percorso di pace avviato quasi sei anni fa.
All’interno di questo contesto, per l’ennesima volta il governo spagnolo evidenzia la sua povertà di argomenti nonché un immobilismo ingiustificabile, di fronte ad un processo politico ancora centrale in Euskal Herria. Dall’altra parte ETA pone la questione in maniera concreta continuando a puntare ad una risoluzione pacifica di un conflitto politico che mira all’indipendenza del popolo basco, in un modo inedito per una formazione che dal 1959 ha condotto una lotta armata, ma che solo il tempo potrà dire dove condurrà e se sarà vincente.