Fasano (BR), Puglia: corteo contro il G7
In tante e tante ieri pomeriggio hanno raggiunto Fasano, in provincia di Brindisi, per la manifestazione contro il G7, svoltosi fino a ieri proprio nel Comune pugliese. In una città blindata e spaventata da inutili e infondati annunci di devastazioni, il corteo ha concluso il ciclo di iniziative (dibattiti, workshop, momenti ludici ) durato 3 giorni.
«No guerre, no G7», lo slogan riportato sullo striscione in testa al corteo partito da Largo Palmina Martinelli e terminato nella piazza della cittadina con un concerto. Il riferimento è ovviamente al legame tra le politiche promosse dai grandi della terra che siedono al tavolo del G7 e le guerre in atto in tutto il mondo, portatrici di catastrofi.
La volontà degli organizzatori – il Tavolo di coordinamento NoG7, composto da molteplici organizzazioni di base e comitati territoriali pugliesi e non solo – era quella di realizzare un momento di critica al summit in cui potessero riconoscersi tutti e tutte coloro che a vario titolo si oppongono alle politiche guerrafondaie, alle grandi opere che devastano il territorio e alla crescente disparità tra le élite e il resto degli abitanti del pianeta. Erano presenti, infatti, anche delegazioni dei movimenti NoTav e i No Ponte e di comitati e associazioni per il clima e la difesa del territorio. Un appuntamento importante, partecipato con entusiasmo.
Se c’è una cosa che portiamo con noi da questa esperienza sono gli sguardi di benevolenza dei cittadini di Fasano e gli applausi di chi ci osservava dai balconi delle proprie case. Nonostante questo abbiamo la necessità di andare oltre i tradizionali programmi che queste manifestazioni spesso propongono. Crediamo sia il caso di chiedersi quali novità nella forma delle contestazioni ai summit – le loro pratiche, i loro linguaggi – siano oggi in grado di coinvolgere il dissenso sociale diffuso (fuori dalle reti di militanti e attivisti) nei confronti delle governance internazionali, e funzionare da strumento di quella ricomposizione o convergenza che tanto auspichiamo