Fondi Covid: lo Stato italiano abbandona i Comuni siciliani
Il governo nazionale ha individuato i criteri di riparto dell’acconto 2021 del fondo a sostegno degli Enti locali. Ma la differenza nella ripartizione delle risorse tra territori salta subito all’occhio.
Il fondo per l’esercizio delle funzioni degli Enti locali è stato istituito nel maggio 2020 con una dotazione finanziaria di 4 miliardi di euro e con lo scopo di fronteggiare le minori entrate dei Comuni legate alla gestione della pandemia.
Il fondo 2021 per gli Enti locali
Con l’ultima legge di bilancio il fondo è stato rimpinguato di 500 milioni di euro per l’anno 2021. A beneficiarne saranno gli 80 mila Enti locali e anche le ex Province. Il primo acconto prevede 200 milioni di euro in favore dei Comuni e 20 milioni in favore delle Città metropolitane. La restante parte, pari a 250 milioni di euro in favore dei Comuni e a 30 milioni in favore delle Città metropolitane, sarà ripartita con decreto da adottare entro il 30 giugno 2021.
I criteri di riparto tra gli Enti di ciascun comparto del fondo sono stati ideati per sanare la perdita di gettito connessa all’emergenza epidemiologica da Covid-19. Questi sono stati stabiliti sulla base degli effetti dell’emergenza Covid, sui fabbisogni di spesa e sulle minori entrate (al netto delle minori spese) e tenendo conto delle risorse assegnate a vario titolo dallo Stato a ristoro delle minori entrate e delle maggiori spese.
Il Sindaco di Acireale ha fatto i conti da sé
È stato il sindaco di Acireale Salvatore Alì a volerci vedere chiaro. Il suo Ragioniere Generale, al momento di elaborare la previsione di bilancio 2021-2023, ha notato che le risorse del fondo dirette al suo Comune erano state, in proporzione, dimezzate rispetto all’anno precedente. Il Sindaco ha quindi deciso di fare i conti da sé, elaborando il riparto complessivo per regione sia per il 2021 che per l’anno precedente. Nella nota metodologica del Ministero dell’Economia e delle Finanze con la quale si stabiliscono le unità di riparto del fondo, infatti, il dato aggregato su base regionale non è specificato.
Quello che emerge è che la Sicilia sarà tra le regioni a cui andranno meno risorse. Una situazione che si era già registrata l’anno scorso, ma che quest’anno è peggiorata.
«Per noi amministratori del Meridione le difficoltà causate dal Covid sono ancora più gravose. Già in periodi normali dobbiamo fare i salti mortali per garantire servizi che altrove non vengono messi in discussione. Per le regioni più ricche la ripartenza sarà più semplice, in Sicilia invece rischiamo di Rimanere ancora più impantanati» ha affermato il sindaco di Acireale.
Uno sguardo ai numeri
Per quanto riguarda il 2020, la regione che ha ricevuto più fondi è la Lombardia, che ha assorbito il 20,85% delle risorse per un totale di 879 milioni su € 4.220.000.000. Facendo riferimento all’acconto 2021, la percentuale di risorse assegnate alla Lombardia sale al 24%. Un quarto delle risorse disponibili a livello nazionale, dunque, concentrate in una sola regione. Alla Lombardia seguono Lazio (dal 9,79% al 12,07%), Veneto (dall’8,93% al 10,63%) ed Emilia-Romagna (dal 7,94% all’8,26%). Insieme, queste quattro regioni hanno visto attribuirsi il 55% del fondo.
Prendendo a riferimento il primo acconto 2021, la percentuale del fondo destinata alla Sicilia scende dal 5,65% – pari a 237 milioni su € 4.220.000.000 – al 3,34% nell’acconto 2021. Con il -2,3% delle risorse, la Sicilia risulta essere la regione le cui entrate diminuiranno di più rispetto al 2020. Seguono Campania (-2,04%) e Puglia (-1,58%). Anche guardando alla distribuzione dei fondi pro capite, sia rispetto al 2020 che al 2021, la Sicilia risulta ultima in classifica.
Riparta prima solo il Nord
Pensare che alla Lombardia vadano assegnate un quarto delle risorse dell’intero fondo, o che a sole quattro regioni ne vada assegnata più della metà, può fare storcere il naso. Se mesi fa poteva essere vero che sono state le regioni del Nord quelle più colpite dalla pandemia, oggi questa storia non regge più. Eppure, lo Stato italiano sembra continuare a non voler dare conto alla realtà.
Ma stavolta non si tratta solo di non colmare il divario tra le regioni del Nord e quelle del Sud: si tratta di ampliarlo. Scegliere criteri legati alla compensazione delle mancate entrate significa farli dipendere dal PIL dei territori. Le regioni più ricche riceveranno più risorse e riusciranno a riprendersi poiché già di base più ricche. Quelle più povere, rimaste a mani vuote, non potranno neanche tentare la ripartenza. D’altronde molti Comuni siciliani, la gran parte dei quali in dissesto (o quasi) e con immensi debiti alle spalle, non sono in grado di esercitare le loro funzioni neanche in tempi normali.