La Francia scende di nuovo in piazza contro la «sécurité globale»
Non si placano le proteste in Francia contro la legge sulla sicurezza globale. Più di 30 mila manifestanti sono scesi in piazza; diversi scontri con le forze dell’ordine.
«Police floutée, justice aveugle»
A tre mesi di distanza dalle prime manifestazioni contro la proposta di legge sulla sicurezza globale, più di 30 mila persone si sono ritrovate in piazza per continuare a protestare. Nella mattinata di sabato si sono registrati scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. Le proteste sono scoppiate a Parigi – fulcro della rivolta delle scorse settimane – ma anche nelle città di Lione, Lille, Nantes, Montpellier, Tolone, Nizza, ma anche Digione, La Rochelle, Quimper, Abbeville, Tarbes, Le Havre.
Alle 10:00 di sabato, la police parigina, ha tentato di bloccare gli ingressi e le uscite delle stazioni metropolitane. Alle 12:00 – orario in cui era previsto il concentramento – migliaia di manifestanti si trovavano già a Place de la Nation. Questo dimostra come i tentativi iniziali di sabotaggio da parte della polizia siano stati vani. In piazza erano presenti anche i gilet jaunes.
A Rennes si sono registrati scontri durante tutto il pomeriggio. La polizia ha caricato più di 1.500 manifestanti con i manganelli, provando a disperdere la folla con i cannoni ad acqua. I manifestanti hanno tenuto testa alla sommossa, resistendo per ore ai tentativi di interruzione del corteo.
A Parigi, come il 12 dicembre, la polizia ha caricato i manifestanti. È da queste piazze – dai metodi repressivi utilizzati dalla polizia – che si comprende quale siano i motivi per cui lo Stato francese vuole a tutti i costi questa legge: proteggere la polizia!
Arrendersi? Mai
Sono anni che in Francia i movimenti sociali riempiono le piazze e mettono i bastoni tra le ruote ai tentativi di Stato di aumentare le diseguaglianze sociali e rafforzare i dispositivi repressivi.
Infatti, i tentativi dello Stato francese di sedare i processi di partecipazione e lotta non stanno funzionando. E le piazze del 30 gennaio lo hanno confermato. Il messaggio ancora una volta è abbastanza chiaro: tutte le leggi che mirano a rafforzare la protezione delle forze dell’ordine a svantaggio di chi manifesta dissenso, vedranno l’opposizione dei francesi.