G7 di Biarritz: cacciare i colonizzatori
Nelle giornate del 24, 25 e 26 Agosto ha avuto luogo a Biarritz, in Euskal Herria, l’ormai consueta riunione del G7, il gruppo dei rappresentanti delle sette grandi potenze mondiali, considerando l’esclusione di Russia e Cina. Un’inutile passerella che ha avuto all’ordine del giorno la discussione sulla “riduzione delle disuguaglianze”.
Come di consueto la macchina repressiva predisposta, già operativa da alcune settimane, ha totalmente militarizzato le zone interessate dalla presenza dei grandi della terra. La riunione del G7 ha infatti determinato un’importante limitazione delle libertà di circolazione sul territorio coinvolto. Un vero stato di assedio e un’occupazione poliziesca soffocante. Secondo quanto riferito dal canale BFM-TV, la Francia ha mobilitato più di diecimila persone per garantire lo svolgimento del vertice.
Un enorme spreco di denaro che comunque a nulla è servito in una fase in cui il pericolo di una nuova recessione mondiale, di un collasso ecologico – evidenziato dagli ultimi disastri in Artico e in Amazzonia – sta rendendo sempre più drammatica la situazione, evidenziando la volontà di non intervenire per tutelare sempre gli interessi del grande capitale. Per finire incombe sempre di più la possibilità di una hard Brexit con le conseguenze che potrebbe portare in termini economici e politici sulla governance non solo europea.
A fare da contraltare a tale scenario e alle sciagurate politiche del G7 ci sono stati i movimenti. Molteplici, infatti, sono stati gli appuntamenti durante le giornate di mobilitazione e di contestazione al summit di Biarritz. Un vertice che, tra l’altro, tra le sue particolarità ha avuto quella di svolgersi in Euskal Herria, un territorio in cui la resistenza allo sfruttamento capitalista e all’oppressione coloniale di Spagna e Francia è storicamente radicata nelle popolazioni locali.
La piattaforma G7 EZ! promotrice maggiore del contro vertice, animata da realtà politiche sindacali e associative per lo più basche, ma anche francesi e spagnole, ha messo in piedi a Urrugne, Hendaye e Irun, dal 21 al 23 Agosto, una serie di incontri, forum, attività, dibatti e concerti.
Le azioni contro il summit si sono concentrate nelle giornate che vanno da Venerdì 23 a Domenica 25, con il corteo centrale previsto per il Sabato.
Le prime azioni di contestazione al G7 di Biarritz sono iniziate già nella giornata di Venerdì quando, dopo un’assemblea svolta nel campeggio del contro-forum, alcuni gruppi hanno concordato l’occupazione dello snodo stradale vicino al campeggio, accesso all’autostrada che porta a Biarritz, per bloccare i leader politici in arrivo per il vertice causando immediatamente l’intervento della polizia. Dopo ripetute cariche, al termine degli scontri, il bilancio è stato di 17 arresti.
La giornata di Sabato, iniziata la mattina con un corteo partito dal porto di Hendaye e terminato a Irun – che ha visto la partecipazione di almeno quindicimila persone – è proseguita nel pomeriggio. In questo momento della giornata sono avvenuti gli scontri principali, nel centro di Bayonne, a pochi chilometri dal faro di Biarritz. Ci sono stati fronteggiamenti con le forze dell’ordine nelle vicinanze del ponte di Saint Esprit e in quello che è noto come Petit Bayonne. Qui i manifestanti hanno lanciato alcuni fuochi di artificio contro i cordoni della polizia che ha risposto con gas lacrimogeni, cannoni ad acqua e cariche di alleggerimento. Da sottolineare la presenza tra i manifestanti di numerosi Gilet Gialli, protagonisti della lunghissima stagione di lotte in Francia. Altri scontri sono avvenuti all’ingresso dell’autostrada A63 che porta al confine con la Spagna. Il bilancio di Sabato conta 68 fermi tra i manifestanti e numerosi feriti tra le fila delle forze dell’ordine.
Ulteriori mobilitazioni – in particolare un presidio per chiedere la liberazione degli attivisti fermati nel corso delle giornate di contestazione – si sono svolte Domenica, giornata conclusiva.
Un contro vertice animato dalla partecipazione di migliaia di persone, protagoniste e determinate, che hanno dimostrato che sempre di più è necessario lottare contro l’arroganza di pochi, opporsi alle loro decisioni prese solo in nome del dio denaro. Mettere in discussione il sistema e dimostrare che è possibile cambiarlo.
Quando interi territori si organizzano dal basso, in maniera decisa e conflittuale, nessun dispositivo di sicurezza può fare paura. Le giornate di Biarritz stanno lì a dimostrarlo.