Gela: in centinaia in difesa dell’ospedale e del diritto alla salute
Oggi a Gela centinaia di persone – tra cittadini e comitati – si sono riunite in piazza per manifestare contro la disastrosa situazione della sanità della città e dell’isola in generale.
Il caso del Vittorio Emanuele III di Gela è un esempio atroce per tutta quanta la Sicilia. Da tempo la città convive, infatti, con il progressivo depotenziamento dell’ospedale, culminato con la chiusura del reparto di terapia intensiva, in seguito al contagio da Covid del personale medico della struttura. La soluzione individuata dall’ASP è stata quella di trasferire tutti i pazienti presso il nosocomio di Caltanissetta, a 70 km di distanza dalla città. Pazienti che, costretti ad affrontare un viaggio così lungo in una situazione così delicata, purtroppo non ce l’hanno fatta.
La situazione ha destato grande scalpore anche a livello nazionale, riaccendendo i riflettori sul funzionamento del sistema sanitario regionale.
Sanità siciliana in pezzi
Tutta la Sicilia infatti mostra dati preoccupanti: le strutture attive sono poche e inadeguate, il personale medico è insufficiente e niente viene fatto per incrementare gli interventi necessari allo sviluppo della rete sanitaria. Sono molte le città in cui non sono presenti ospedali e quelli attivi funzionano a fatica. Dopo due anni dall’inizio della pandemia, nulla è stato fatto per la creazione di presidi sanitari territoriali, mentre si continuano a chiudere o depotenziare strutture e concentrare reparti in grandi poli, spesso lontani e scomodi da raggiungere per gli abitanti.
Per questi motivi il Comitato S.O.S. Ospedale Vittorio Emanuele III ha deciso di unire la propria lotta a quella portata avanti da tutti i Comitati siciliani per la tutela della salute che negli ultimi anni hanno preso vita.
Lo “sviluppo” che ha devastato un intero territorio
Forte la critica ad una crisi sanitaria che non è imputabile soltanto all’emergenza Covid. Quello di Gela è difatti un territorio estremamente delicato, deturpato da anni di attività industriale di cui si pagano ancora i risultati, con un’altissima incidenza tumorale e di malformazioni infantili. Un territorio che ha subito in pieno lo scotto del grande inganno che si è celato dietro la promessa di sviluppo per i nostri territori, sviluppo che mostri come ENI avrebbero dovuto portarci e che ha lasciato dietro di sé solo inquinamento, desertificazione, disoccupazione e povertà.
La comunità gelese reclama adesso l’intervento diretto di tutta la rappresentanza politica per il ripristino di strutture sul territorio. La classe politica e le direzioni sanitarie non possono voltare le spalle ad interi territori senza preoccuparsi delle conseguenze. La salute deve essere tutelata e questo è un problema che riguarda tutti quanti, compresi i giovani che questa mattina hanno ben compreso quale parte gli spetta nel presente delle loro stesse vite: lottare per riprendersi ciò che spetterebbe loro di diritto. La manifestazione di oggi rappresenta per i comitati solo un primo passo, continueranno infatti nei prossimi giorni altri incontri per tutta la Sicilia, fin quando non vedranno realizzate le richieste mosse alle istituzioni. Nel frattempo, si attendono delle mosse concrete da chi di competenza.