Hong Kong: riprendono le proteste
27 maggio 2020. La lotta dei manifestanti di Hong Kong continua. Gli abitanti in piazza contro la legge di tutela dell’inno nazionale e quella in arrivo sulla sicurezza nazionale.
Le proteste
Oltre 30 sindacati e diversi collettivi studenteschi hanno lanciato lo sciopero generale. Si sono svolti contemporaneamente una mobilitazione intorno al Parlamento, l’occupazione delle vie principali della città e il blocco dei trasporti nelle prime ore del mattino.
L’epidemia Covid-19 aveva temporaneamente azzerato le manifestazioni contro il Governo, ma l’annuncio lanciato la settimana scorsa dalla governatrice Lam, in merito alla proposta di legge sulla sicurezza nazionale, ha riacceso gli animi degli abitanti dell’Ex colonia britannica.
L’epidemia Covid-19 aveva temporaneamente azzerato le manifestazioni contro il Governo, ma l’annuncio lanciato la settimana scorsa dalla governatrice Lam, in merito alla proposta di legge sulla sicurezza nazionale, ha riacceso gli animi degli abitanti dell’Ex colonia britannica.
La legge, prevista dalla mini Costituzione di Hong Kong, ma mai attuata, prevederebbe pene per ogni atto di tradimento, secessione, sedizione o sovversione contro il governo centrale. Pene fino a tre anni di carcere e multe per chi insulta l’inno nazionale cinese.
Una legge che oltre a negare la libertà degli abitanti, metterebbe in dubbio la stessa autonomia di Hong Kong, rafforzando il potere autoritario dello Stato cinese.
Una legge che oltre a negare la libertà degli abitanti, metterebbe in dubbio la stessa autonomia di Hong Kong, rafforzando il potere autoritario dello Stato cinese.
«La Cina sta violando e riscrivendo le regole stabilite da un trattato internazionale su Hong Kong. – ha detto Joshua Wong, uno dei leader della protesta – Chiedo all’Ue di imporre sanzioni a Pechino e di inserire clausole legate al rispetto dei diritti».
La repressione
Ammonta a 240 il numero dei manifestanti arrestati. All’alba, più di 3000 unità in tenuta antisommossa sono state schierate lungo le vie d’accesso al Parlamento. Barricate, filo spinato, lacrimogeni e centinaia di cartucce urticanti: queste le mosse attuate dall’esercito per cercare di contenere l’ira degli abitanti di Hong Kong.
Ormai sono mesi che il governo Cinese e l’esecutivo di Hong Kong, guidato dalla governatrice Carrie Lam, continuano a reprimere con la forza e gli arresti. Da giugno dello scorso anno, per le proteste pro-democrazia, sono state arrestate più di 8 mila persone, di cui circa il 17% sono studenti di scuole secondarie.
Nonostante ciò il movimento di Hong Kong continua a lottare per la liberazione della propria terra. La continuità della lotta, la determinazione con cui portano avanti le proteste e le forti rivendicazioni politiche che stanno alla base ci permettono di dire che quello di Hong Kong è uno dei più grandi movimenti per l’autodeterminazione degli ultimi anni.