Il Governo Musumeci ha fallito
A volte temiamo quasi di diventare pedanti. C’è un disco rotto da qualche parte che ripete incessantemente: «Scandalo… Musumeci, Scandalo… Musumeci, Scandalo…».
Probabilmente il Presidente ha scelto di aderire alla filosofia del bene o male purché se ne parli. Non riuscendo in alcun modo a indirizzare il suo mandato verso la categoria del bene, si è interamente dedicato all’altra. E noi sappiamo che Nello è bravissimo a non fare nulla, ma se decide di scendere in campo facendo male, lo fa nel peggiore dei modi possibili. Così figuracce, nomine discutibili e scandali diventano l’ordinarietà.
Musumeci tiene impegnate le procure
Negli ultimi dodici mesi la Regione Siciliana è stata investita da una quantità di scandali esagerata. Le procure di mezza Sicilia sono attualmente impegnate in diverse inchieste: sanità, rifiuti, energia, agricoltura, strade, appalti, nomine; giri di soldi per un miliardo di euro. Musumeci si è da poco fatto conferire i poteri speciali; partiva avvantaggiato perché lui un super potere ce l’ha già: quello degli scandali.
Gli scandali stanno davvero diventando troppi ed è facile confondersi. Vi offriamo un bel riassunto:
Il 4 marzo la guardia di finanza ha eseguito 24 misure cautelari. Coinvolti nell’inchiesta funzionari della Regione Sicilia e imprenditori. L’indagine riguardava le concessioni di finanziamenti pubblici in agricoltura nell’ambito dei Programmi di Sviluppo Rurale Sicilia 2007/2013 e 2014/2020 che ruotano intorno all’Ispettorato Provinciale dell’Agricoltura della Regione Sicilia (ne abbiamo parlato qui).
Il 21 maggio è stata diffusa la notizia della scoperta di un giro d’affari nell’ambito della sanità in cui sono coinvolti imprenditori, direttori di ASP siciliane e paladini vari della giustizia. Gare pubbliche per un valore di oltre 600 milioni di euro. Tra i nomi degli indagati troviamo quello di Antonino Candela, nominato proprio da Musumeci come coordinatore per l’emergenza Coronavirus in Sicilia (ne abbiamo parlato qui).
Il 27 maggio arriva l’arresto di Vincenzo Caruso, dirigente del Genio Civile, accusato dalla Procura di Caltanissetta di aver accettato una mazzetta di 15 mila euro per lo sblocco di un cantiere.
Il 5 giugno scoppia la bomba rifiuti. Crolla l’impero del re Leonardi con l’arresto dei fratelli Leonardi per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti. Tra gli altri, sotto accusa c’è l’avvocato Vito Branca – fedelissimo di Nello Musumeci – che da marzo è diventato Presidente del Consiglio di amministrazione dell’azienda. Lo stesso Branca è però anche a capo di Riscossione Sicilia, la S.p.a che si occupa della riscossione dei tributi sul territorio regionale (ne abbiamo parlato qui).
Il 26 giugno è venuto a galla un nuovo giro illecito. La Dia ha aperto un’indagine ai danni del Consorzio Autostrade Siciliane, il CAS, Ente regionale. Le accuse per diversi dirigenti sono: corruzione, falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico, turbativa d’asta, tentata truffa aggravata in concorso, induzione indebita a dare o promettere utilità (ne abbiamo parlato qui).
Ultimo scandalo, ma non per importanza, ricordiamo la nomina di un assessore leghista: il nostalgico nazista Alberto Samonà. Premiato con l’incarico di gestire i Beni culturali e l’identità siciliana.
Un appello ai siciliani
È questa la fotografia degli ultimi 12 mesi di Governo Musumeci. Se dovessimo trovare le parole chiave di questo riassunto sarebbero: corruzione, affari illeciti e silenzi. È questo il modo in cui la Regione gestisce ambiti fondamentali come l’agricoltura, la sanità, i rifiuti, le infrastrutture.
Noi, per onestà intellettuale, abbiamo anche provato a cercare altro, qualcosa di buono fatto nello stesso arco di tempo, anche solo per compensare. Ma niente. Quando si tratta di questioni sociali, di disoccupazione, emigrazione, rischio povertà, gestione delle emergenze il Presidente non esiste.
Ormai non è più una questione di simpatie o antipatie partitiche. Si tratta di gente che fa affari a scapito della salute, delle tasche e della vita dei siciliani. Con questi soggetti al comando non abbiamo dove andare. La priorità, allora, deve essere una sola: mandare a casa Musumeci e i suoi lacchè. Liberarsene significa ridare a questo terra un futuro.