Impianto di trattamento rifiuti A2A: non è tutto oro ciò che luccica!

Impianto di trattamento rifiuti A2A: non è tutto oro ciò che luccica!
Pochi giorni fa, alcuni giornali hanno riportato la notizia – poi rimbalzata su altre testate – riguardante il ricorso al Tar di A2A contro il parere della commissione regionale VIA-VAS che nel 2021 ha bocciato l’ impianto di trattamento del FORSU (frazione organica dei rifiuti solidi urbani) per la produzione di Biometano e compost agricolo. Impianto che la stessa A2A vuole realizzare all’interno della centrale termoelettrica di San Filippo del Mela. 

 

La vicenda

Il TAR ha accolto il ricorso e adesso la multiutility lombarda è pronta a tornare alla carica per velocizzare l’iter autorizzativo e procedere con la realizzazione dell’impianto. 

Per chi non avesse seguito la vicenda, ricordiamo che l’impianto in questione prevede un investimento complessivo di circa 450 milioni di euro per trattare attraverso la digestione anaerobica almeno 75.000 tonnellate di organico all’anno. 

Infatti, se è vero che l’impianto è pensato per accogliere l’umido di tutta la provincia di Messina ( e già così sarebbe esagerato ), l’obiettivo di A2A è quello di trattare i rifiuti di altre province siciliane: Enna, Siracusa, Catania, Palermo, Trapani. Perché queste, come dice anche l’Ance (Associazione nazionale costruttori edili ), «non possiedono stabilimenti in grado di fare questi interventi, con costi pesantissimi per la collettività, sia in termini finanziari che ambientali, considerando i chilometri coperti dai mezzi per trasportare a smaltimento questi scarti dell’umido». 

Per queste ragioni secondo l’Ance e non solo (tra gli altri Legambiente e Cgil) , sarebbe corretto da parte di A2A decidere, senza passare dal parere degli abitanti della Val del Mela, di realizzare una discarica di organico pronta ad accogliere munnizza da mezza Sicilia.

 

Cosa comporterebbe la costruzione dell’impianto

La capacità di trattamento prevista dall’impianto, infatti, comporterebbe un flusso di tir con almeno 208 tonnellate al giorno di FORSU.

Oltre al fatto che trasportare munnizza da una punta all’altra della Sicilia non è né economico né sostenibile, davvero, dovremmo credere che aggiungere un mega impianto di trattamento di rifiuti dentro una delle aree industriali più grandi d’Europa sarebbe rispettoso per l’ambiente e – aggiungiamo noi – sicuro per la salute degli abitanti che, tra l’altro, fino ad ora non sono stati interpellati?

 

Non cadere nella trappola green

A differenza degli ambientalisti locali che pensano che basterebbe allontanare dal centro abitato l’impianto, crediamo sia il caso di non farsi incantare e credere che questi impianti industriali ad alto impatto sovradimensionati rispetto alle esigenze del territori, siano virtuosi e super sostenibili.  Non è tutto oro ciò che luccica.

Ogni Comune ( o consorzi di piccoli comuni ) deve essere in grado di gestire e trattare la sua spazzatura in loco. Se mancano impianti in grado di gestire l’umido, che si facciano! Ma devono essere tanti, a digestione aerobica e molto più piccoli di quelli che vuole fare A2A. 

Solo così – fermo restando l’urgenza di mettere in atto politiche in direzione rifiuti zero e di intensificazione massima della differenziata – potremmo cominciare ad uscire veramente dalla così detta emergenza rifiuti.

 

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