Infrastrutture: Musumeci attacca l’Anas, ma nasconde le sue responsabilità
Ieri si è riacceso il dibattito sul tema infrastrutture; in particolare sulla regina delle incompiute: il ponte Himera. Il Presidente Musumeci è, infatti, tornato ad attaccare l’Anas. A parer suo, sono inaccettabili i ritardi accumulati per la conclusione dell’opera.
Le dichiarazioni del Presidente
«Non è più il tempo di tacere.» – ha affermato – «Ecco perché abbiamo affidato una relazione da redigere per quantificare i danni economici e di immagine che l’Anas ha procurato alla nostra isola».
Nelle parole di Musumeci, c’è sicuramente del vero. Che l’Anas abbia recato un danno ai siciliani non è opinabile. Le circostanze che riguardano il completamento del ponte Himera e le condizioni in cui versa la Palermo-Catania, sono vergognose e inaccettabili.
Resta, però, il fatto che il Presidente della Regione – così come l’assessore alle infrastrutture Falcone – pecca di incoerenza. È vero che l’A19 è un colabrodo, ma bisogna ricordare che anche le autostrade di competenza del CAS versano in condizioni pessime. E la messa in sicurezza di quelle è compito diretto della Regione. Il CAS è, infatti, un Ente regionale.
Ma Musumeci sembra voler nascondere le sue colpe sottolineando quelle degli altri. «L’Anas è vergognosamente inadempiente nei confronti della Sicilia» afferma con tono accusatorio. «In Sicilia le opere affidate all’Anas rimangono ferme da decenni e, in alcuni casi, senza fare neppure un piccolo passo avanti» – conclude.
…che nasconde le sue responsabilità
È bene che il Presidente sottolinei le gravi vergogne nel campo delle infrastrutture, ma forse, oltre a puntare il dito contro gli altri, potrebbe puntarlo anche contro se stesso. Ha dimenticato la Messina-Palermo? Il Viadotto Ritiro? E che dire della Messina-Catania? Non è una vergogna anche la frana di Letojanni?
E si potrebbe continuare la lista fino a renderla molto lunga: dalle gallerie al buio – molte delle quali a una sola corsia – alle condizioni in cui versano il manto stradale e i guard rail. Disagi che hanno provocato morti e continuano a mettere a rischio la sicurezza dei siciliani. Anche queste cose sono una vergogna, ma non me risponde solo l’Anas, bensì pure il CAS. Forse sarebbe il caso di chiedere un risarcimento ad entrambi gli Enti.
Eliminare i pedaggi, rimborsare i siciliani
Certo, non si può risarcire la vita a chi l’ha persa a causa delle gravi inadempienze. Ma, per cominciare, si potrebbero restituire ai siciliani i pedaggi pagati per transitare sulle suddette strade. Soldi dei cittadini che dovrebbero servire anche per la manutenzione che invece lascia molto a desiderare.
Pedaggio che, in realtà, sarebbe giusto abolire; almeno fino a quando le nostre autostrade non saranno degne di essere chiamate tali.
Sarebbe il caso di smetterla con teatrini giudiziari e accuse politiche e iniziare a mettere al centro la questione della messa in sicurezza e del potenziamento della rete infrastrutturale interna.
In questo contesto, la proposta dei deputati Autonomisti di rilanciare il Ponte sullo Stretto suona quanto mai ridicola e inappropriata. Come si può pensare di costruire nuove, costosissime e dannose infrastrutture, in una terra in cui mancano anche quelle necessarie a garantire i più semplici spostamenti intraregionali? Forse, invece di guardare al futuro, servirebbe che i politici dentro l’Ars guardassero quello che hanno sotto il naso.
Servono soldi e servono subito. Senza, le parole, le promesse, gli annunci sono semplice e pura propaganda.