“Jurnate di Simenza” al Castello di Montalbano Elicona

“Jurnate di Simenza” al Castello di Montalbano Elicona

Oggi, presso il Castello di Montalbano Elicona (ME), si svolge l’ultimo appuntamento di “Jurnate di Simenza” organizzato dalla Cumpagnia siciliana sementi contadine. Il nucleo dell’iniziativa è la valorizzazione dei prodotti agricoli autoctoni e dell’agro-bio-diversità che caratterizza le colture siciliane, in particolare quelle cerealicole.

A pochi giorni dalle affermazioni del ministro Bellanova sulla funzionalità del CETA per il “sistema Italia” (ne abbiamo parlato qui), questo incontro mostra un possibile contraltare alle politiche imposte che danneggiano la Sicilia, considerandola poco più che una colonia da sfruttare. Da decenni l’Isola viene penalizzata da manovre economiche nazionali, comunitarie, internazionali che conducono a una progressiva desertificazione dei luoghi a causa dell’imperante de-territorializzazione dell’economia.
Gli obblighi di importazione imposti da direttive extra-territoriali causano l’immissione nelle nostre tavole di prodotti di bassa qualità provenienti dall’estero e la progressiva distruzione della produzione locale a km 0.
La produzione è sempre più vincolata al mercato internazionale, mentre produttori e consumatori siciliani sono espropriati delle risorse della propria terra.
L’idea degli organizzatori va nettamente controtendenza. Sostengono, infatti, che solo a partire dall’attenzione e dalla cura dei territori, dalla valorizzazione delle colture locali sarà possibile elaborare un vero modello di sviluppo alternativo e sostenibile per la Sicilia. Sarà il grano il principale protagonista della due giorni di festa. Se da un lato il CETA vorrebbe incentivare l’importazione anche in Sicilia del grano canadese, non controllato e nocivo alla salute, dall’altro, si diffonde nell’Isola l’idea di un’alternativa possibile al sistema dell’assoluta liberalizzazione del mercato.

“Jurnate di simenza” ha l’obiettivo di riscopre la tradizione dei “grani antichi” siciliani di alta qualità che rischiano di scomparire. Durante le due giornate, largo spazio sarà dedicato a un grano proveniente dalla Siria e inviato in Sicilia attraverso il Mediterraneo poco prima dello scoppio della guerra, per essere messo in salvo.
Le colture locali che potrebbero garantire non solo la sussistenza ma anche l’esportazione attraverso una filiera ben organizzata, assumono un ruolo di primo piano.
Così a Monte Elicona le tradizioni siciliane, quella “dei grani antichi” e quella delle “antiche ricette” torneranno ad incontrarsi – come afferma Lillo Freni della Pasticceria Freni di Messina. È possibile un ripensamento dell’economia agricola che riparta dai territori e sia in grado di immaginare e creare nuove reti economiche e culturali.

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