Favorire l’agricoltura in Sicilia non è favorire la scomparsa dei piccoli coltivatori.

A tentare di uccidere la resistenza dei piccoli coltivatori non è solo il mercato, non sono solamente le politiche economiche che favoriscono la ricostituzione del latifondo, c’è anche la Regione Siciliana. È il caso di Francofonte dove le scelte sospette di un commissario regionale, nominato per la liquidazione dell’antica cooperativa agricola Monfalcone, stanno uccidendo 200 ettari di agrumeto. In che modo? Impedendo ai 120 agricoltori di irrigare i loro giardini. Sembra una scelta da pazzi, sembra un contro senso. Sembra, ma forse non lo è. Forse dietro c’è la mano di chi pregusta l’acquisto di una delle zone più fertili del territorio di Francofonte. Lo schema in fondo è abbastanza collaudato: si rende impossibile la vita ai piccoli agricoltori impedendo loro di irrigare gli agrumeti; si lascia quindi che gli agrumeti deperiscano; si insinua il sospetto di “alto pericolo di infiltrazioni mafiose” in modo che le istituzioni territoriali siano dissuase da metterci il naso; si sollecita la guardia di finanza affinché “indaghi” e “intimidisca” gli agricoltori; si mette all’asta il pozzo d’acqua cooperativo senza tenere in conto degli altri aventi diritto come i proprietari e assegnatari miglioratari; si va quindi alle aste fallimentari ignorando le proposte e lo sforzo degli agricoltori disponibili a caricarsi sulle spalle il piano di risanamento debitorio della cooperativa. Il tutto naturalmente condito dalla scomparsa di documentazione prodotta dagli agricoltori, da inadempimenti amministrativi dei funzionari regionali che avrebbero il compito di controllare le operazioni del commissario liquidatore. Voilà, il gioco è fatto. Sembra quasi di vedere all’opera gli intrighi della cosca Montante e soci, anche loro coadiuvati da guardia di finanza e funzionari compiacenti.
Intanto gli agricoltori entrano in stato di agitazione e programmano le azioni di lotta con la solidarietà e la partecipazione di comitati locali e regionali, come il Comitato No impianto S. Biagio, Papaveri Rossi, Movimento Riscatto, Soccorso Contadino e Antudo Lentini.