Lavoratori ex Auchan di Carini: «chiudiamo senza garanzie»
Ancora incertezze per i lavoratori ex Auchan. Il passaggio degli ex supermercati Auchan al gruppo Conad di Margherita distribuzione aveva fatto sperare i dipendenti, ma il loro futuro resta appeso a un filo.
Si tratta di circa 800 lavoratori in Sicilia, di cui un centinaio in servizio al centro commerciale Poseidon di Carini e altri 50 al Conca d’Oro di Palermo. Abbiamo intervistato Mariangela Favaloro – lavoratrice e portavoce dei dipendenti ex Auchan del centro commerciale Poseidon – per comprendere bene la situazione.
Qual è la situazione che state affrontando e che colpisce direttamente i lavoratori?
Circa un anno fa l’Auchan ha deciso di andare via dall’Italia vendendo tutto il gruppo di ipermercati e dipendenti a Conad Italia. Conad, con a capo Francesco Pugliese come amministratore delegato, per questa grande operazione, ha deciso di assorbire tutti i punti vendita – personale compreso – con il marchio Margherita Distribuzione S.p.a.
Pugliese ha presentato un piano all’Antitrust del governo per questa operazione imponente. Si tratta di più di 100 ipermercati in tutto il paese. Per alcuni punti vendita, il governo ha dato parere favorevole, per altri no. A questo punto, Conad ha cercato altri competitor della grande distribuzione organizzata per i punti vendita che non potevano essere riaperti sotto il nuovo marchio dell’azienda. Dove loro non hanno trovato competitor, hanno chiuso definitivamente i punti vendita, lasciando il personale per strada. Hanno cercato di convincere i dipendenti a percepire il cosiddetto ”esodo incentivato”, un incentivo economico per incoraggiare i lavoratori a lasciare completamente l’azienda.
Noi siamo gli ultimi in tutta Italia. L’Auchan di Carini, all’interno del centro commerciale Poseidon, è l’ultimo ipermercato destinato a chiudere definitivamente entro il 31 dicembre. L’amministratore delegato ha solamente comunicato che la società Margherita distribuzione S.p.a chiuderà commercialmente. Noi chiudiamo, ma senza nessuna garanzia. Non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione. L’unica possibilità che ci viene offerta è quella dell’incentivo economico: quattro spiccioli per lasciare il posto di lavoro. Non siamo nemmeno certi se andremo in cassa integrazione, né se ci sono trattative in corso. Siamo solamente abbandonati alla deriva, sia da parte dell’azienda che delle istituzioni.
Quanti sono i lavoratori ex Auchan che aspettano ancora risposte dall’azienda circa il proprio futuro?
Si tratta di 800 lavoratori in tutta la Sicilia: da Porte di Catania e Melilli, a Misterbianco e Palermo (Conca D’oro e Palermo Carini). Siamo tutti operai che vanno dai 35 ai 55 anni. L’amministratore delegato non risponde nemmeno ai suoi dipendenti. Quello che ci chiediamo è perché le figure competenti non si siano adoperate a trovare altri competitor. Intanto l’area vendita del centro commerciale Poseidon è stata svuotata. Circa 7000 mq sono stati svenduti.
Ci avviciniamo alla fine. Il Natale che passeremo noi lavoratori e le nostre famiglie non lo auguriamo a nessuno. « L’azienda ha espresso chiaramente di non voler trattare nemmeno con i sindacati. In tutto l’anno ha infatti ignorato le istanze dei lavoratori. Siamo 104 operai – dunque 104 famiglie – nella disperazione più totale a dieci giorni dalla chiusura.
Come vi state muovendo per ottenere risposte concrete? Quali sono le possibili soluzioni per salvare i posti di lavoro?
Noi lavoratori ex Auchan – da un anno assorbiti da Margherita distribuzione – abbiamo chiesto l’aiuto di tantissimi media, del Comune e della Regione Siciliana.
Abbiamo provato a parlare con il sindaco di Carini, Giuseppe Monteleone, ma senza alcun risultato. Sabato scorso, da portavoce dei lavoratori, ho scritto al vicepresidente della Regione Siciliana, Gaetano Armao. Anche da lui nessuna risposta. L’ultimo passaggio che abbiamo fatto è quello di scrivere e inviare una lettera al sottosegretario di Stato del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Stanislao Di Piazza. Attendiamo un suo riscontro. La lettera raccoglie le richieste di 104 famiglie per cercare di trovare un rimedio per questo punto vendita.