Le Gelsominaie di Milazzo. Il primo sciopero delle donne siciliane.
La rivolta delle Gelsominaie di Milazzo, è una storia poco conosciuta di donne che hanno lottato per la loro emancipazione e per il miglioramento delle condizioni di lavoro nella Sicilia della metà del secolo scorso – e che hanno vinto.
La piana di Milazzo
Nella piana di Milazzo si estendevano grandi coltivazioni di piante di gelsomino. La coltivazione di queste piante serviva alla raccolta dei fiori, che venivano spediti alle industrie europee di profumi per estrarne l’essenza. Le operaie che lavoravano in questi campi erano tutte donne. A quel tempo questa coltivazione rappresentava una delle poche occasioni di lavoro femminile – e non a caso le condizioni di lavoro erano durissime. Proprio il fatto che questa occupazione rappresentasse in quella fase una delle uniche attività lavorative per le donne, determinò per un lungo periodo l’accettazione di paghe misere.
Le disumane condizioni di lavoro
Le lavoratrici erano pagate a peso, e non per le ore di lavoro svolte. Un chilo di gelsomini raccolto, che corrisponde a circa 10mila fiori, veniva pagato 25 lire. Il lavoro nei campi avveniva di notte. Con la luce del sole infatti i gelsomini si ingialliscono e non possono più essere raccolti. Gli orari di lavoro oscillavano dalle due di notte fino all’alba, si lavorava in gruppi di dieci donne per tutta la notte. Dai racconti delle operaie si ricorda che l’appuntamento era tutti i giorni alle 2:30 in piazza XXIV Maggio dove erano prelevate dai caporali con dei furgoncini bianchi e portate in un capannone vicino al campo, alle 3 poi iniziava la raccolta. In seguito, nel primo pomeriggio, il lavoro ricominciava con la rimozione delle erbacce. La giornata si concludeva con l’irrigazione dei campi da parte degli uomini la sera. Il lavoro veniva svolto con i piedi sempre immersi nell’acqua e nel fango, chinate per ore con la schiena piegata. Solo una gonna lunga o dei pantaloni e un fazzoletto in testa proteggevano le gelsominaie dal freddo e l’umidità. Molte per non essere intralciate nel lavoro dalle piante che si impigliavano nelle calzature lavoravano completamente scalze, sottoposte a frequenti infezioni dovute alle punture di insetti e parassiti e alle ferite. Le madri di bimbi molto piccoli erano costrette a portarli nei campi; i più piccini dormivano in cestini adibiti a culle, gli altri aiutavano le madri nella raccolta.
La “Bersagliera” guida lo sciopero delle donne
Queste condizioni di lavoro, accompagnate alla paga misera che ne derivava, portarono queste donne a organizzare il primo sciopero interamente femminile nella storia della Sicilia. Siamo nell’agosto del 1946, quando una lavoratrice milazzese, Grazia Saporita soprannominata “la Bersagliera”, condusse le sue compagne fino al commissariato del paese. Armata di bastone guiderà le gelsominaie all’occupazione del commissariato. Da quel giorno scoppiò la rivolta delle lavoratrici della piana di Milazzo, con uno sciopero che durò nove giorni. Lo sciopero fece sì che le rivendicazioni venissero accettate, anche per il suo protrarsi nel tempo. Il prezzo dei gelsomini salì inizialmente a 50 lire al chilo, per poi arrivare a 80-90 lire e, nel 1975, a 1050 lire. Anche le condizioni di lavoro subirono un miglioramento, le lavoratrici pretesero infatti stivali per proteggersi dal fango, grembiuli contro gli insetti e cesoie per rendere più agevole la raccolta dei fiori. Anche l’orario di lavoro fu messo in discussione e reso più accettabile. Tutto questo fu possibile anche grazie all’elezione della Bersagliera a rappresentante sindacale.
Una rivolta esemplare
La rivolta delle Gelsominaie presto si diffuse in tutto il messinese, aderirono allo sciopero le donne sfruttate negli aranceti, negli uliveti, nei semenzai, nelle fabbriche di sarde salate delle zone costiere, nelle cave d’argilla di Santo Stefano di Camastra, e ancora le raccoglitrici di olive sui Nebrodi e sulle Madonie. L’eco della protesta attraversò anche lo Stretto e raggiunse le lavoratrici degli uliveti pugliesi che in seguito si ribelleranno alle loro condizioni di sfruttamento. La rivolta delle lavoratrici dei campi di gelsomini rappresenta un importante pezzo di storia siciliana, una storia di lotta ed emancipazione, di comunità delle donne che si sono ribellate con forza per migliorare le proprie condizioni di vita e di lavoro. Una storia da ricordare ed eternare. Ancora oggi nel comune di Milazzo la forza di queste donne è viva. Nel 2013 è stata dedicata loro una via; e oggi chi passa di lì può leggere e ricordare l’enorme esempio che queste lavoratrici ci hanno lasciato.
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