Antudo Lentini: «Rifiuti: vediamoci chiaro e facciamo un po’ di nomi…i soliti! »
Nuovi conferimenti alla discarica di Lentini, nuovi affari per gli imprenditori dei rifiuti. La retorica dell’emergenza continua ad accompagnare la gestione del business della munnizza e a produrre disastri per molti e profitti per pochi, ma gli abitanti non rimangono di certo in silenzio: di fronte all’ennesima scelta criminale del governo regionale è importante fare i nomi dei responsabili e continuare ad articolare proposte alternative all’attuale gestione. Di seguito il comunicato integrale del comitato ANTUDO Lentini
RIFIUTI: vediamoci chiaro e facciamo un po’ di NOMI… I SOLITI NOMI!
In data 23 febbraio l’Assessorato dell’energia e dei servizi di pubblica utilità- Dipartimento dell’acqua e dei rifiuti con decreto dirigenziale a firma di Franco Arini e Calogero Giuseppe Burgio, ha autorizzato il conferimento di 223,6 tonnellate al giorno di rifiuti indifferenziati presso l’impianto di Tmb di Catania, gestito dalla Sicula Trasporti. Si tratta dei rifiuti di 53 comuni delle province di Palermo, Messina e Trapani.
È così che l’assessore Di Mauro ha affrontato “l’emergenza” derivante dalla sospensione delle attività di trattamento e smaltimento della società Trapani Servizi.
Facendosene gran vanto l’assessore ha “firmato immediatamente i provvedimenti autorizzativi per lo smistamento e lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati”.
La solita “emergenza” ben pianificata da oltre venti anni! Un vero e proprio modo di governare i territori!
Un affarone per chi? Per la SICULA TRASPORTI! La società SI ERA PREPARATA all’eventualità chiedendo e ottenendo l’autorizzazione regionale a gestire i rifiuti con le nuove operazioni di recupero (oltre ai codici R1, R13 anche l’ambiguo codice R12) da farsi prima della spedizione presso altre discariche o più spesso presso i diversi inceneritori.
La Sicula Trasporti, che non è riuscita a far passare il suo progetto di inceneritore, si propone OGGI – in previsione degli inceneritori sbandierati da Schifani – come fornitrice di materiali trattati per l’incenerimento. E COSì I SOLITI AFFARISTI POSSONO CONTINUARE I PROPRI AFFARI INDISTURBATI! Come? Grazie al nuovo business degli inceneritori, che in Europa stanno chiudendo (e pure nella tanto citata Copenaghen!). Perché? 1) Perché sono impianti ANTI-ECONOMICI, 2) perché NON risolvono il problema delle discariche, ma anzi creano la necessità di discariche per rifiuti pericolosi (per le ceneri prodotte!), 3) perché inquinano (come, tra gli altri, è stato evidenziato dagli studi dell’Associazione Internazionale dei Medici per l’Ambiente).
Riecco quindi presentarsi ciò che pensavamo fosse storia passata.
La VERITA’ è che se non sarà realmente ripensato il sistema complessivo di produzione e gestione dei rifiuti, se non si finanzierà l’incentivazione a differenziare e se non si opererà affinché differenziare divenga un fatto culturale, rimarrà una pia illusione qualsiasi tipo di soluzione al problema dei rifiuti e la loro gestione rimarrà la grande opportunità di guadagno di affaristi senza scrupoli!
Il recente e doveroso ricorso dell’ANCI Sicilia (Associazione dei Comuni siciliani) all’antitrust per verificare la congruità dei folli costi stabiliti dagli operatori siciliani dei rifiuti non tocca il cuore del problema: la mancanza di un Piano dei Rifiuti regionale.
Le nostre PROPOSTE sono chiare:
– Principio di responsabilità: i Comuni debbono farsi carico, nel bene e nel male, dei rifiuti che producono nel proprio territorio provvedendo alla costruzione di luoghi di raccolta e alla loro gestione diretta, fermo restando l’obbiettivo della loro riduzione.
– Incrementare la differenziata attraverso un piano comunale di incentivazione economica puntuale
– Aprire in ogni quartiere centri di raccolta della differenziata
– Favorire le imprese del riciclo con catene di trattamento adeguate ai materiali differenziati
– Partecipazione diretta dei comitati territoriali alle decisioni che riguardano il territorio
– Azione diretta dei comitati territoriali e dei Comuni, a partire dalle scuole di ogni ordine e grado, nelle operazioni di sensibilizzazione cittadina alla “cultura della differenziata” e alla cura del territorio
– Operare per disincentivare le attività commerciali che usano materiali monouso
– Incentivare le attività commerciali che vendono prodotti confezionati con materiali biodegradabili
– Costruire centrali di compostaggio aerobico a gestione comunale o intercomunale.
– Chiusura di tutte le megadiscariche e ricollocazione degli impiegati nelle opere di smantellamento e bonifica sotto controllo popolare.
– Avvio immediato delle bonifiche degli impianti previsti così come di quelli esclusi dal piano regionale e che pur tuttavia rimangono inquinanti.
– Blocco immediato di tutti gli iter autorizzativi per gli impianti inquinanti.
Si tratta di obiettivi concretamente realizzabili come molti Paesi ci dimostrano. Se non vengono perseguiti il motivo è da ricercare nell’incapacità e soprattutto nella collusione degli uffici regionali con i privati del business dei rifiuti.
RIBADIAMO infine che discariche e inceneritori, sono sorelle di un medesimo business: chi afferma il contrario o è un ingenuo poco informato o agisce guidato da interessi personali.
La storia è sempre la stessa. La via da seguire per uscirne anche.