Lentini: grande manifestazione per il Primo maggio. È solo l’inizio.
Il Primo maggio dei territori, manifestazione promossa dal comitato No Armicci, ha visto protagonisti migliaia di siciliani e siciliane accorsi a Lentini per una giornata di lotta e solidarietà nel nome dell’autodeterminazione e contro l’arroganza dei poteri centrali. Un partecipatissimo corteo ha così rilanciato le lotte contro discariche e modelli di sviluppo autoritari e nocivi imposti da istituzioni centrali sempre più nemiche dei diritti delle comunità.
Da troppo tempo ci eravamo abituati ad assistere a celebrazioni del 1° maggio confinate nel perimetro della ritualità della sterile ricorrenza: oppressori e attori dello sfruttamento che si arrogano il diritto di sfilare nella giornata che dovrebbe parlare proprio dell’opposizione sociale allo sfruttamento; oppressi che vengono privati di una memoria e un patrimonio di lotte neutralizzato nel nome della pace sociale. Questo circolo oggi è stato spezzato dalla lotta delle comunità territoriali siciliane, numerose e determinate nel manifestare una ferma opposizione alle politiche mortificanti i loro diritti.
In migliaia già dal concentramento della manifestazione. Ad aprire la marcia per le vie della cittadina il locale coordinamento No Armicci composto da tanti comitati e associazioni unitisi per la lotta al progetto di costruzione di una nuova discarica. Organizzatori del corteo, gli/le abitanti di Lentini, Carlentini, Francofonte, hanno inaugurato la loro resistenza costituendo il presidio permanente che, dallo scorso 30 marzo, impedisce di fatto l’avvio della realizzazione dell’ennesima opera devastante per salute e ambiente in un territorio già costretto a sopportare altre discariche, inquinanti poli industriali (Priolo, Melilli) e scomode presenze come quella della base americana di Sigonella.
Al seguito di quelli di zona, il corteo vedeva la partecipazione di diversi altri comitati impegnati nei vari angoli della regione; erano infatti presenti comitati da Augusta, Palazzolo Acreide, Paternò, Valle del Mela,
Presente anche il coordinamento regionale Antudo, partecipe dell’organizzazione della manifestazione perché parte, nel suo nodo di Lentini, proprio del coordinamento No Armicci.
E ancora, oltre i comitati, presenti anche i sindaci della zona, associazioni ambientaliste, il NO Muos, Sicilia Libera, TerraeLiberAzione, la Consulta per l’indipendenza del popolo siciliano.
Il corteo si è snodato per le vie del centro città scandito da slogan contro il governatore siciliano Crocetta, a favore della decisionalità dal basso per i territori e le comunità, e numerosi interventi dal camion sottolineavano la necessità di rimettere al centro proprio gli/le abitanti nelle decisioni che riguardano la vita dei luoghi; i cartelli e gli striscioni raccontavano un bisogno diffuso di lotta; il tutto colorato da una miriade di bandiere siciliane che dalla testa alla coda del corteo sventolavano al sole di Lentini.
La manifestazione si è poi conclusa nella piazza dove, allestito il parco, si sono susseguite le voci dei rappresentanti dei tantissimi comitati territoriali presenti. Interventi veri, espressioni di lotte vere, come veri sono stati i bisogni evidenziati da tutti: un’immediata e radicale inversione di tendenza sui modelli di sviluppo che i governi centrali impongono; la necessità di sostenere reciprocamente tutte le lotte dal basso e popolari che agli attuali modelli si oppongono; il rilancio della resistenza nel nome della dignità per una regione che ha subito davvero troppo da troppi anni.
E gli interventi del pomeriggio – tra gli altri, quello di Simenza, cumpagnìa siciliana sementi contadine, – sono stati punteggiati da numerosi artisti – tra i quali Carlo Muratori, Psl lab, Cesare Basile, Rossella Aliano, I figli dell’officina, il cuntastorie Di Modica e Alfio Antico che con il suo tammurro ha chiuso il concerto con una piazza gremitissima – che si sono tutti esibiti gratuitamente e hanno incitato con la loro musica, le loro canzoni, le loro parole a continuare la lotta per una Sicilia diversa.
Oggi la piazza di Lentini ha dato un segnale forte e originale: esiste una Sicilia che non ci sta e che non è più disposta a subire politiche predatorie, inquinanti, nocive e devastanti. Politiche a cui si risponderà colpo su colpo per costruire indipendenza dai ricatti governativi nel nome dell’autodeterminazione dei popoli e dell’indipendenza dei territori.