Antudo Lentini: «Il problema dei rifiuti è un problema politico»
Ripubblichiamo questa nota di Antudo Lentini sulla questione dei rifiuti e della strutturale inadeguatezza della politica ad affrontarlo come un problema, appunto, politico. La gestione dei rifiuti a Lentini, come in tantissimi altri comuni siciliani, non è affare tecnico-amministrativo da liquidare a colpi di slogan acchiappa-consensi o, peggio, con ulteriori progetti di impianti inquinanti. Trattare politicamente il problema dei rifiuti vuol dire agire immediatamente e in modo concreto: piano dei rifiuti cittadino, educazione e sensibilizzazione, accertamenti su qualità e quantità dei rifiuti conferiti sono alcuni passi da cui partire.
Appare evidente l’assenza tra i “nostri” politici della capacità di porsi i problemi reali del territorio e della comunità abitante e di operare ad una loro soluzione. Sono cose che i partiti politici cittadini non vogliono sentirsi dire poiché chiamerebbe in causa la loro INADEGUATEZZA.
L’Assessore regionale ai rifiuti ha firmato ieri il decreto per l’invio in un inceneritore della Finladia dei rifiuti che sarebbero dovuti arrivare nella ormai chiusa discarica (Sicula Trasporti) di Lentini (che non ha le autorizzazioni ambientali per poter continuare a trattare i rifiuti conferiti da oltre duecento comuni siciliani). Naturalmente i costi ricadranno sui cittadini. Per adesso sembra che la cosa riguardi i rifiuti trattati nella parte occidentale dell’isola. Tuttavia riteniamo ci sia bisogno di una riflessione che ci riguarda da vicino. Una riflessione sulla situazione dei rifiuti a Lentini di cui abbiamo parlato nei giorni scorsi.
Il problema dei rifiuti a Lentini, come altrove, è politico. È essenzialmente politico. Rimanda all’incapacità di porsi politicamente il problema.
In altre parole a noi appare evidente l’assenza tra i “nostri” politici della capacità di porsi i problemi reali del territorio e della comunità abitante e di operare ad una loro soluzione. Sono cose che i partiti politici cittadini non vogliono sentirsi dire poiché chiamerebbe in causa la loro INADEGUATEZZA. Per LORO i motivi sono di ordine esclusivamente economico, tecnico e di maleducazione. Per LORO la responsabilità è sempre e solo dei “cittadini sporcaccioni”. LORO, invece, non ne hanno mai di responsabilità.
Per la maggioranza di LORO, tutto si aggiusterebbe con un bell’inceneritore: come dire, anziché interrarli o buttarli in acqua i rifiuti, spostiamoli nell’aria che respiriamo (e lasciamo ai venditori di fumo la storiella dei filtri e dei termovalorizzatori di “ultima generazione”). E ciò a dimostrazione della scarsa voglia di informarsi o di un bieco interessamento al nuovo affare dei rifiuti.
Un PIANO RIFIUTI CITTADINO – quello che tante volte abbiamo chiesto e cercato di avviare con i “fu” tavoli tecnici – è la costruzione delle linee di condotta da seguire per risolvere i problemi derivanti dalla sovrapproduzione di rifiuti, dalla mancanza di una diffusa cultura della differenziata e del riciclo, dall’incapacità di confrontarsi a livello cittadino con la rete del commercio e della produzione, dalla assolutamente inesistente dotazione tecnico-logistica propria del Comune e dalla impropria gestione dei rapporti con le imprese appaltanti la gestione dei rifiuti.
Naturalmente non si tratta di qualcosa che si risolve in poco tempo, ma se mai si inizia, mai si conclude. E come si vede, qui non si inizia mai.
Tutte le stime sulla quantità reale di rifiuti prodotti sono necessariamente non valide, basate sul conferito e non sull’effettiva produzione: chi sa quanti e che tipo di rifiuti, ad esempio, sono gettati nelle tante discariche abusive presenti nel nostro territorio?
Senza un reale conto della quantità e della qualità di rifiuti le percentuali della differenziata sono solamente una inutile favola e nessun piano dei rifiuti sarà mai realmente possibile.
Si è più volte chiesto di valutare e approntare un progetto sperimentale di valutazione della produzione dei rifiuti e della loro qualità: niente di fatto.
Si è più volte chiesto di lanciare nelle scuole di ogni ordine e grado una campagna di sensibilizzazione alla problematica dei rifiuti: niente di fatto. Eppure se non si comincia dai bambini a diffondere la cultura ambientale, sappiamo tutti che sarà impossibile sperare in una Lentini libera dai rifiuti e dall’ignoranza. A meno che non si pensi davvero che con i soli depliant di spiegazioni sulla differenziata o le fototrappole si risolva davvero il problema.
Si è chiesto di aprire più punti di raccolta e ci troviamo con l’unico punto di raccolta chiuso e il dilagare di rifiuti in ogni dove.
Si è più volte chiesto di valutare la possibilità di sperimentare – per i rifiuti organici – il compostaggio di quartiere con apposite macchine in appositi luoghi: niente di fatto. “Non ci sono i soldi” è la solita risposta: una risposta comprensibile ormai solo fino a un certo punto.
E questo vale per Lentini, come vale per la maggior parte degli altri comuni siciliani compresa la vicina Carlentini.