Libano: scoppia la rivolta a un anno dall’esplosione di Beirut
A un anno dalla grande esplosione propagata dal porto di Beirut, i libanesi sono scesi in piazza contro il governo. Scontri con le forze dell’ordine e disordini registrati in tutta la città.
Esplosione sociale
Furono 217 i morti, 6.500 i feriti e 300.000 gli sfollati a seguito dell’esplosione propagatasi dal porto di Beirut il 4 agosto del 2020. A un anno di distanza dall’esplosione che devastò la città, i cittadini libanesi hanno deciso di rinnovare lo scontro con il governo. Migliaia i dimostranti scesi in piazza nelle ultime giornate per protestare contro governo, crisi economica e crisi politica. Alla situazione del paese, già drammatica prima dei fatti del 4 agosto, si somma una crisi sociale direttamente scaturita da quella politica che sembra non risolversi mai.
Dopo la strage dell’anno scorso, infatti, il primo ministro libanese Hassan Diab diede le dimissioni, ma un anno dopo non è ancora stato formato un nuovo governo. La crisi economica e la corruzione all’interno delle istituzioni si fa sempre più profonda. A Beirut, oltre a mancare i servizi essenziali, mancano i medicinali e molti degli alimenti base che nell’ultimo periodo hanno subito un innalzamento dei prezzi considerevole.
Forzare il Parlamento
È nella giornata in cui si ricorda l’esplosione dell’anno scorso che la tensione sociale è salita alle stelle. A dimostrazione che la rabbia popolare a Beirut non si è mai placata. La voglia, il desiderio di liberarsi delle istituzioni fallimentari del governo, si è esplicitata nelle piazze. I manifestanti nella giornata del 4 agosto hanno attaccato il parlamento. Il tentativo è stato quello di forzare le inferriate che bloccano l’accesso al perimetro della sede dell’edificio, in Place de l’Etoile. A seguire gli scontri con le forze dell’ordine schierati in tenuta anti-sommossa: lancio di lacrimogeni ad altezza uomo, cariche sui manifestanti, proiettili di gomma sparati per sedare la rivolta. Si sono registrati ben 54 feriti tra la popolazione resistente ma anche tra gli agenti di polizia.