Lipari: abitanti in presidio permanente davanti l’ospedale
Riprendono le proteste nell’isola di Lipari. Dopo la manifestazione di ieri, con il blocco dell’imbarco degli aliscafi, questa mattina gli isolani si sono dati di nuovo appuntamento davanti l’ospedale. Si continua a denunciare la carenza di medici e infermieri che causa gravi problemi e inefficienze nella struttura ospedaliera dell’isola.
Lipari è in stato di agitazione
Da tre giorni l’isola di Lipari è in stato di agitazione. Prima l’occupazione dell’ospedale nel giorno dei funerali di Lorenza, la 22enne morta dopo aver accusato dolori addominali. Ieri il blocco degli aliscafi. Oggi di nuovo in presidio davanti l’ospedale. Le parole d’ordine sono sempre le stesse: «salvare l’ospedale».
La morte di Lorenza, inaspettata e ingiusta, ha fatto esplodere la rabbia degli isolani. Sono mesi che gli abitanti dell’isola si rivolgono alle istituzioni con lettere aperte e comunicati affinché risolvano le problematiche legate al presidio ospedaliero. Anche i comunicati del comitato L’Ospedale di Lipari non si tocca hanno più volte fatto emergere la persistente e inspiegabile carenza di medici. Carenza che non permette il corretto funzionamento del pronto soccorso e che costringe spesso il poco personale a disposizione a sostenere turni interminabili per garantire il servizio. Ma, lo dicono gli stessi medici e gli infermieri, questo non può bastare. Non si può pensare di affidare la vita delle persone alla sorte. Non si può arrivare al pronto soccorso e non essere sicuri di trovare il medico. «Questo non è diritto alla salute» – affermano.
«Pretendiamo risposte concrete dalle istituzioni»
Alla manifestazione di ieri, era presente il Sindaco di Lipari Marco Giorgianni. Anche lui riconosce che la condizione in cui versa l’ospedale dell’isola non è accettabile. Come non è accettabile che le istituzioni competenti siano completamente sorde all’appello degli abitanti. Sostiene la protesta anche l’Arcivescovo di Messina, Giovanni Accolla, che ribadisce l’importanza di garantire il funzionamento dell’unica struttura ospedaliera delle isole Eolie che in un periodo come questo – caratterizzato dalla forte presenza di turisti e dell’emergenza Covid – invece che registrare una carenza di personale dovrebbe essere potenziato.
I manifestanti comunque restano in presidio permanente davanti l’ospedale. Ci resteranno fin quando non vedranno con i loro occhi le cose cambiare. Non si accontentano dell’arrivo dell’assessore Razza previsto per mercoledì. Sono pronti a presentare le loro istanze, ma ci vuole ben altro per fermare la mobilitazione.
Musumeci e il diritto alla salute
Non è facile dire che risvolti avrà questa vicenda. Di sicuro gli abitanti di Lipari stanno dimostrando una grande capacità di fare comunità intorno a un tema importante come quello del diritto alla salute. Ci chiediamo come mai Musumeci non stia dedicando la stessa attenzione che negli ultimi giorni ha mostrato – con la sua ordinanza – alla richiesta di svuotamento degli Hotspot. Dice di stare operando per difendere il diritto inalienabile alla salute dei siciliani; come mai, allora, non si sta dimenando per ciò che sta accadendo a Lipari?
Riterritorializzare la sanità pubblica
A onor del vero, bisogna dire che la condizione in cui versa l’ospedale di Lipari – che poi è la stessa di molti altri ospedali siciliani – è frutto di politiche nazionali di tagli alla sanità pubblica. E in tutti questi anni lo smantellamento della sanità è passato proprio dalla distruzione delle piccole entità ospedaliere territoriali, secondo il modello della concentrazione in grosse strutture che però evidentemente non rispondono alle esigenze di tutti.
Proprio per questo bisognerebbe muoversi in tutt’altra direzione: potenziare le piccole strutture territoriali, evitare le mega concentrazioni. Peraltro, ciò comporterebbe pure un aumento di investimenti e un aumento di occupazione nel settore.
Le manifestazioni di questi giorni a Lipari parlano di queste necessità. Scaturite dalla legittima rabbia per la morte di Lorenza, sono andate ben più a fondo. Nonostante il dolore, la comunità di Lipari sta dicendo con chiarezza a tutti noi – ma soprattutto a chi se ne dovrebbe occupare – cosa bisogna fare per evitare che altri uomini e donne perdano la vita, per garantire il diritto alla salute a tutte e tutti.