Messina: il dissesto è vostro, la città è di tutte/i.
Mentre iniziava l’assemblea sul Piano di Riequilibrio auto-convocata per mercoledì scorso presso l’Associazione Cameris giungeva la notizia che il Comune di Catania era stato mandato in dissesto dalla Corte dei Conti. Il dibattito (30 partecipanti) è stato, dunque, segnato dalla considerazione che per Messina andrebbero prese decisioni che consentano alla città di non arrivare lì dove la città di Catania è giunta: la difficoltà a pagare gli stipendi e la totale indisponibilità di liquidità. Il riconoscimento dello stato di dissesto da parte del Comune di Messina, lungi dall’essere scelta avventuristica, è dunque, dal punto di vista dei partecipanti all’assemblea, strumento per evitare che il prolungamento dell’agonia cui l’amministrazione Accorinti ha sottoposto i messinesi possa impedire un percorso di riorganizzazione dei servizi e di ripartenza cui la città dello Stretto ha diritto.
La devastazione dei conti pubblici delle città del Sud è il combinato tra politiche nazionali di impoverimento degli enti locali e una classe dirigente incapace e corrotta. Queste condizioni e lo stato di marginalizzazione economica dei nostri territori rendono impossibili le politiche di risanamento basate sui piani di riequilibrio. Preferiamo pagare meno i creditori che impedire la soddisfazione dei bisogni dei cittadini cui dovrebbero ottemperare i Comuni, questa la considerazione finale cui è giunta l’assemblea. Dentro questo quadro d’insieme, la prolungata discussione tra Amministrazione e sindacati appare come un’anomalia (sovrapposizione confusa tra piano sindacale e piano politico) che ha la finalità di trovare legittimazione ad un Piano di Riequilibrio ancora sconosciuto che verrà portato all’ultimo momento ad un consiglio comunale (espropriato e paralizzato) cui verrà chiesta una mera ratifica.
Amministratori, dirigenti, sindacati e partiti sono contrari al riconoscimento del dissesto perché è in quel campo che si trovano i responsabili del disastro. Da parte di questi c’è, dunque, in atto un disperato tentativo di auto-assoluzione, aiutati da tanti apprendisti stregoni travestiti da tecnici che hanno espropriato i cittadini del diritto alla discussione politica. I cittadini catanesi si stanno organizzando per mobilitarsi affinché il debito venga pagato da chi lo ha causato. L’Assemblea ha avviato un percorso in questa direzione. Non appena l’atto amministrativo che contiene il Piano di Riequilibrio verrà pubblicato sarà convocata un’ulteriore assemblea pubblica che lo esamini e consenta a tutti di prendere parola sul futuro di Messina.