Milazzo: operai Ram e A2A in piazza contro la liberalizzazione degli appalti
Questa mattina più di un centinaio di operai della Raffineria di Milazzo e A2A, operanti nelle ditte dell’indotto, hanno scioperato e si sono radunati davanti il Comune di Milazzo.
La manifestazione – organizzata da Fiom, Fim Cisl e Uilm – è stata indetta in primo luogo per contrastare la liberalizzazione degli appalti e, quindi, dei subappalti e contro la possibilità del massimo ribasso nei cambio appalti.
«Fino a prima della pandemia – afferma il segretario Fiom di Messina Daniele David – la percentuale massima per un ditta appaltatrice di subappaltare i lavori era fissata al 30%. Con la pandemia questa percentuale è stata portata al 50%. E adesso, con il decreto semplificazioni, la vogliono portare all’80%. Questo avrebbe delle ricadute pesantissime sui diritti dei lavoratori, sia in termini di salari che di sicurezza sui luoghi di lavoro».
Ambientalizzazioni, bonifiche e tutela dei posti di lavoro
I lavoratori chiedono inoltre che vengano rispettati i diritti di anzianità e la tutela dei livelli occupazionali; tema, quest’ultimo, legato direttamente ai piani di Eni, Q8 e A2A sul territorio. E, infatti, durante la manifestazione, con gli interventi al microfono è stato il chiesto un piano di investimenti che vada nella direzione delle ambientalizzazioni, della sicurezza degli impianti e delle bonifiche. In generale gli operai chiedono un piano industriale che tenga conto dei cambiamenti che si avranno con il passaggio graduale dal fossile alle fonti rinnovabili.
«In particolare la Raffineria di Milazzo – conclude David – è presente nel territorio da 60 anni e chi la gestisce oggi deve affrontare il processo della transizione energetica ponendosi il problema della sostenibilità ambientale e sociale, garantendo al contempo salute e lavoro».