Minneapolis: dopo l’uccisione di George Floyd è rivolta!
Oggi è il secondo giorno di rivolta sociale a Minneapolis dopo l’uccisione di George Floyd, soffocato dagli agenti di polizia mentre era immobilizzato a terra. Nella notte, migliaia di persone sono scese in strada a protestare: vetrine frantumate, negozi in fiamme e assalti alle stazioni di polizia.
«I Can’t Breathe»
Minneapolis è letteralmente in fiamme dopo la morte di un afroamericano 46enne. George Floyd, dopo essere stato immobilizzato faccia a terra, è stato strangolato da un poliziotto che, insoddisfatto, ha premuto il suo ginocchio sul suo collo per diversi minuti. Il video registrato da un civile ha raggiunto milioni di visualizzazioni in brevissimo tempo e ha scatenato l’ira della società civile. «I can’t breathe» («Non riesco a respirare»), sono le ultime parole che Floyd è riuscito a pronunciare. Le stesse che, da ore, i civili urlano contro lo Stato e la polizia. Le proteste sono continuate senza sosta, diffondendosi anche in altre città statunitensi come Memphis e Los Angeles. Qui, i manifestanti hanno bloccato il traffico sull’autostrada 101 circondando le pattuglie della polizia. A Memphis, nel Tennessee, diverse migliaia di persone sono scese in piazza e hanno bloccato, con un sit-in, la centrale di polizia Union Avenue.
Guerriglia urbana
Nella città principale del Minnesota, la lotta è diventata guerriglia urbana. La polizia a stento è riuscita a placare gli assalti continui dei cittadini. Davanti l’abitazione del poliziotto sono state schierate decine di unità in tenuta antisommossa. Anche qui, inevitabile lo scontro. La polizia ha aperto il fuoco lanciando i gas lacrimogeni.
In poche ore sono stati incendiati negozi e supermercati, frantumati vetri. Le barricate innalzate dalla polizia intorno al commissariato in cui prestavano servizio gli agenti colpevoli dell’omicidio non hanno bloccato la protesta. La protesta si è poi spostata nella parte meridionale della città, proprio dove Floyd è stato ucciso.
Ancora un episodio in cui la polizia abusa del proprio potere; in cui l’uso della forza è legittimato dalla divisa blu. Solo il tempo potrà dirci fino a dove o con quali risultati si svilupperà quella che – già adesso – può essere ritenuta una vera e propria rivolta. Di sicuro, questa è l’unica risposta che la comunità afroamericana, nell’immediato, poteva dare alla polizia e agli Stati Uniti d’America.
Qui il video