Niente da festeggiare
Si sono concluse le elezioni regionali in Emilia Romagna e Calabria. Tutti a festeggiare per la vittoria del centrosinistra in Emilia Romagna, nessuno parla della sconfitta in Calabria. La maggior parte dei tifosi non riesce neanche a rendersi conto di quello che è successo. E ci riferiamo ai tifosi nostrani.
Parliamo di quei siciliani che stanno facendo i salti di gioia per la vittoria di Bonaccini. Quelli che vedono in lui la possibilità di riaccendere la fiamma della sinistra italiana. 《Ripartire dagli esempi positivi – dicono – dove si vince per quello che si è fatto》. Il buon governo, le ZTL, le telecamere ovunque, le smart cities, i rifiuti, gli studenti universitari, l’ordine, il daspo urbano e chi più ne ha più ne metta. Insomma in Emilia Romagna vince un modello radicato da 50 anni, in cui non ci risulta siano scomparse le disparità.
Resta da chiedersi che apporto possa dare alla sinistra italiana questa “vittoria”. Fanno ridere, inoltre, quelli che guardano alla vittoria del Cdx in Calabria come la vittoria del voto clientelare e a quello in Emilia Romagna come la vittoria pulita della sinistra.
Prima di esultare, cari siciliani, dovremmo cominciare a pensare – o a chiederci – cosa di buono significherà per noi questa vittoria. Significherà, forse, un miglioramento immediato delle condizioni economiche dell’Isola? Aumenterà l’occupazione? Verrano dati alle nostre università parte dei fondi che prende dallo Stato l’università di Bologna? Bloccheranno il progetto di autonomia differenziata? La sanità in Sicilia verrà garantita a tutti? Il governo disporrà domani stesso un piano di investimenti per mettere a nuovo strade, autostrade e ferrovie? No, niente di tutto questo.
E allora perché esultare? È vero, è importante che il mostro leghista non cresca, soprattutto alle nostre latitudini. Ma è possibile affermare che il contrario di destra, che l’opposto di Salvini, sia il centrosinistra? È vero che l’unico argine possibile alla Lega sia il Partito Democratico? Inoltre, siamo sicuri che se perde in Emilia Romagna perde consenso pure da noi? O la realtà è fatta di ben altre variabili?
Nella sostanza, abbiamo assistito a un’operazione politico-mediatica consistita nel profetizzare il ritorno del fascismo e dell’uomo cattivo al comando e la caduta del Governo che avrebbe portato instabilità economica nel Paese. Tutto per polarizzare i consensi, far vincere e riconfermare il potere vigente in Emilia Romagna. Un potere che senza alcun dubbio è fatto di interessi che non sono i nostri. Un potere che garantisce l’esistenza di un modello di sviluppo, di un’idea di società che non ci riguarda e che ci è avverso. Nell’Emilia Romagna di Bonaccini, come nelle regioni governate dalla Lega Nord, si continuerà a tirare acqua al mulino delle aree produttive del nord e lo si continuerà a fare sulle spalle della Sicilia e dei siciliani.