Palermo: manifestazione contro l’emigrazione giovanile
Nuova manifestazione contro l’emigrazione giovanile oggi a Palermo in piazza Politeama. In tanti dalle 12:00 hanno riempito la piazza del Teatro Politeama con striscioni, valige di cartone e bandiere della Sicilia. Si sono messi in cerchio e dopo le parole di Padre Antonio Garau hanno fatto qualche minuto di silenzio. Padre Antonio Garau, insieme al Movimento delle Valigie di Cartone associazioni e collettivi studenteschi, alza la voce e si rivolge ai politici siciliani: “oggi torniamo a chiedere un patto d’onore ai politici siciliani affinché si impegnino a realizzare politiche rivolte ai giovani per fermare il fenomeno dell’emigrazione giovanile. La Sicilia si sta svuotando, tantissimi giovani ogni anno sono costretti a lasciare la propria terra perché non hanno prospettive. I politici siciliani hanno il dovere di fermare tutto questo”. Sono le parole di Padre Antonio Garau promotore della manifestazione. È partito qualche settimana fa determinato ad andare avanti. È partito da solo ma adesso sono tantissimi quelli che lo appoggiano e che insieme a lui stanno portando avanti questa proteste. Tanti giovani che sono rimasti e genitori che hanno visto i propri figli andare via con un biglietto di sola andata. Tutti amano la propria terrà e vogliono restare per cambiarla. Durante la manifestazione portavano con se un valigia di cartone, simbolo dell’emigrazione dei siciliani, con scritto sopra “Io amo la mia terrà e voglio lavorare qui!”.
Presenti anche gli studenti autonomi palermitani delle scuole di Palermo e gli studenti universitari di Fajdda – Unione Giovanile Indipendentista. Loro hanno portato alla manifestazione uno striscione su cui c’era scritto “Io non voglio emigrare” e aggiungono “la Sicilia è la terrà in cui multinazionali e aziende del Nord sfruttano le risorse e inquinano il territorio e la ricchezza che producono la portano altrove. Per noi resta solo precarietà e disoccupazione. Sono quasi 20 mila i giovani che ogni anno scelgono di andare via”.