Pantelleria: chiuso il punto nascita. Parlano le donne dell’Isola
Da qualche giorno è in corso una mobilitazione della comunità pantesca che si oppone alla chiusura dell’unico punto nascite di Pantelleria. Questa chiusura rappresenta per la comunità non solo problema economico legato agli elevati costi degli spostamenti totalmente a carico delle donne che devono partorire, ma anche una perdita dal punto di vista affettivo e di legame con il proprio territorio. Abbiamo intervistat0 una delle portavoci della campagna Per il mio parto io non parto che ci ha presentato il punto di vista della comunità pantesca.
• Qual è la necessità di avere un punto nascita a Pantelleria?
La caratteristica di abitare su un’Isola che dista circa 180 km dalla terra ferma, dovrebbe bastare a giustificare la volontà di avere un punto nascite aperto ed efficiente.
A questo va sommata l’esigenza socio-culturale di voler partorire nella propria Terra, affiancate dai propri affetti, nel proprio ambiente domestico. Per garantire la continuità di appartenenza e di radicalità al proprio territorio alle generazioni future. Per scongiurare lo spopolamento che ne consegue. Per non gravare sull’economia familiare che il trasferimento sulla terraferma inevitabilmente comporta. I costi che una famiglia pantesca si trova ad affrontare di fronte a un parto fuori sede sono notevoli considerando che la partoriente ha l’obbligo alla partenza almeno un mese prima la data presunta del parto. Costi per l’affitto di un alloggio, il vitto, i viaggi per i famigliari che a turno le stanno vicino. Spese che il rimborso/contributo del decreto Gucciardi del 27 Aprile 2017 non è in grado di coprire. Per non considerare il disagio emotivo, fisico e psicologico che non ha valore di rimborso. Le restrizioni sui viaggi e tutte le precauzioni adottate su piano nazionale, per scongiurare la diffusione del contagio da COVID-19, a quanto pare, non è valida per le gestanti di Pantelleria, costrette a organizzare partenze non programmate, in un momento così delicato.
• Da quanto tempo è stato chiuso e come funziona adesso? Sono state previste alternative per sopperire a questa mancanza?
La comunicazione di chiusura è stata recapitata in data 2 marzo da comunicato stampa del Vicesindaco di Pantelleria, Maurizio Caldo. A partire da questa data il punto nascite è chiuso, ma operativo solo per parti in emergenza. Significa che se dovesse capitare di entrare in fase di travaglio in tempi non sospetti, dopo i primi accertamenti ed eventuale messa in sicurezza del bambino e della gestante, preparano il trasferimento alla struttura ospedaliera di Trapani, tramite elisoccorso. Alla 34° settimana, in caso di diagnosi a rischio, anche prima, la gestante deve provvedere all’organizzazione del trasferimento coadiuvato anche dal reparto.
• Avete più volte ribadito la necessità di far emergere questa iniziativa dal basso e che non fosse istituzionale, a cosa é dovuta questa necessità?
A far presente che esiste una comunità che è stanca di essere considerata come un numero dalle istituzioni regionali e nazionali. Le battaglie precedenti hanno insegnato a non delegare il ruolo delle decisioni alle amministrazioni o ai politici di turno. Ci si è spesi tanto, negli anni passati, a far valere i propri diritti ma ogni volta si è andati incontro a promesse e strumentalizzazioni, senza apportare nessun cambiamento, anzi, la situazione è andata sempre più peggiorando.
Abbiamo comunicato questa esigenza all’amministrazione comunale che si è resa disponibile a collaborare con noi sulle iniziative e sulle scelte di protesta che noi decideremo di adottare. E’ un buon primo passo verso la consapevolezza e la crescita di una massa critica che sceglie di decidere e assumersi la responsabilità che il proprio potere sia determinante.
• Dopo l’incontro di oggi pomeriggio, come intendete portare avanti la vostra rivendicazione?
Abbiamo scritto un comunicato che possa funzionare anche da interrogazione da indirizzare al Presidente della Repubblica, al Ministero della Salute, all’Assessorato alla Sanità Regione Sicilia, alla Direzione Generale Asp di Trapani, alla Direzione Sanitaria Asp di Trapani, tramite petizione che potrà essere sottoscritta anche da tutti i cittadini e le cittadine che sostengono la nostra causa. Abbiamo girato anche un breve Spot che invita alla sottoscrizione; è pubblico ed è disponibile dall’8 marzo alla condivisione sui principali social media. La petizione è il risultato dell’incontro di ieri fra mamme e società civile, l’abbiamo firmata a nome di tutta la cittadinanza perché l’istanza rispecchia la volontà di un popolo di far valere il diritto a nascere nella propria Terra.
Altre iniziative sono in cantiere. Questa volta non ci arrendiamo di fronte alle promesse dei politici. Vogliamo essere i protagonisti e le protagoniste delle scelte sul territorio, attuare quelle pratiche partecipative affinché venga ristabilito il ruolo della politica al servizio e in funzione delle richieste della cittadinanza. Abbiamo manifestato questo nostro intento all’amministrazione, con l’incontro di ieri, che si è resa disponibile ad appoggiare ogni nostra proposta e iniziativa. Invitiamo tutti e tutte le concittadine a condividere la petizione sui Social network, per strada, ovunque.
puoi firmare la petizione qui: http://chng.it/h9L2c6DWkS