Il Parlamento europeo revoca l’immunità ai dissidenti politici catalani

Il Parlamento europeo revoca l’immunità ai dissidenti politici catalani
Martedì mattina, il 9 marzo, il Parlamento europeo ha ritirato l’immunità all’ex President de la Generalitat, Carles Puigdemont e agli ex consellers del governo catalano, Toni Comìn e Clara Ponsatì.

 

L’Europa ritira l’immunità ai dissidenti catalani

La decisione è stata annunciata la mattina stessa. Con 400 voti a favore, 248 contro e 45 astenuti viene ritirata l’immunità a Puigdemont e con voti molto simili anche a Comìn e Ponsatì.

La richiesta è stata accolta soprattutto grazie al sostegno dei grandi gruppi. Sia i popolari che i liberali europei avevano annunciato il loro voto a favore, insieme ai socialisti di Sànchez. Mentre Unidxs Podemos (al governo con Sanchez, mostrando così una profonda spaccatura), Verdi e Sinistra Unitaria Europea hanno votato contro. Anche se circa 80 membri dei gruppi socialista, popolare e liberale al Parlamento europeo hanno “violato” la disciplina di voto imposta dal PSOE e dal PP e hanno votato contro la revoca dell’immunità. Ciò conferma la profonda frattura esistente.

Cosa cambia? D’ora in poi il Tribunale Supremo avrà carta bianca sui prossimi passi. Potranno essere giudicati di fronte alla giustizia belga o scozzese – paesi in cui si erano rifugiati come esiliati politici – e alle quali era stata chiesta l’estradizione per il reato di sedizione – per tutti e tre – e per quello di appropriazione indebita di fondi pubblici – per Puigdemont e Comìn.

Adesso il tribunale belga e quello scozzese potranno esaminare le richieste.

 

Le reazioni

Appena ricevuta la notizia, Arancha Gonzàlez Laya (ministra spagnola degli Affari Esteri) ha subito dichiarato che questa decisione dimostra la solidità dello Stato.

Dall’altro lato Puigdemont – in un discorso tenuto subito dopo l’annuncio dei risultati – ha dichiarato: «hanno voluto appoggiare la strategia della repressione contro i dissidenti politici. È un giorno triste per il Parlamento europeo. Abbiamo perso la nostra immunità, è vero, ma il Parlamento europeo ha perso ancora di più. Ha perso anche la democrazia europea. Siamo davanti a una chiara persecuzione politica. Mi basta ascoltare le parole di alcuni lidér spagnoli, come la ministra degli Esteri, per capire che stanno portando avanti una strategia politica e il Parlamento europeo – sfortunatamente – è caduto in questa trappola».

Tra l’altro, questo avviene in concomitanza con il ritiro del terzo grado per i sette prigionieri politici catalani condannati per l’1-O. Così Oriol Junqueras, Joaquim Forn, Raül Romeva, Jordi Turull, Josep Rull, Jordi Sànchez e Jordi Cuixart sono tornati in prigione a Lledornes ieri sera.

 

In Catalogna

A un mese dalle elezioni catalane, questo passaggio mette nuove carte in tavola per il PSOE che continua le trattative con i partiti indipendentisti (che hanno raggiunto la maggioranza assoluta) per formare il governo.

La portavoce della CUP, Mireia Vehí, ha esortato quindi ERC (Esquerra Republicana de Catalunya) ad ammettere che «il PSOE è parte del problema» e a non scendere a patti con loro.

Dopo il loro successo nelle elezioni catalane, i socialisti stanno attendendo che ERC mostri le sue carte per la formazione del nuovo governo di carattere indipendentista, prima di mostrare le proprie. Ciò che è successo, infatti, complicherà la vita di ERC, che vedrà alzare la posta in gioco da parte dei partiti indipendentisti, CUP e Junts per Catalunya, per la trattative di formazione del governo.

 

La “Europa dei governi”

La maggioranza dei deputati europei ha spalleggiato, ancora una volta, la persecuzione portata avanti dallo Stato spagnolo nei confronti dei dissidenti politici.

Democristiani, liberali e socialdemocratici – i partiti che governano i principali Stati europei – hanno votato contro, dimostrando di sostenere l’architettura UE e non sostenere le dissidenze politiche interne a questi. È a tutti gli effetti un voto di ordine. Le forze politiche statali non vogliono turbolenze territoriali e provare a  fermare l’indipendentismo catalano ne è una dimostrazione.

Ancora una volta, l’Europa – che tanto si fa promotrice di diritti politici, economici e sociali – dimostra di essere un apparato repressivo che porta avanti politiche volte a minare la libertà e l’autodeterminazione dei popoli in lotta.

La ”Europa dei popoli” non è altro che la “Europa dei governi”, di quei governi a cui ci opporremo con tutte le nostre forze.

Indipendenza!

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