Parte la rivolta degli allevatori Siciliani
Stamattina centinaia di pastori e allevatori siciliani si sono dati appuntamento sulla strada a scorrimento veloce Palermo-Sciacca, all’altezza dello svincolo di Poggioreale, provincia di Trapani, per buttare migliaia di litri di latte. La protesta è stata organizzata dagli allevatori per chiedere l’aumento del prezzo di vendita del loro latte che, al momento, permette ai produttori di coprire soltanto le spese di produzione. Il costo della lavorazione è di 52 centesimi mentre il prezzo a cui gli industriali lo comprano è poco meno di 65 centesimi. Sergio allevatore di Campofelice dice ” oggi siamo qua perché il nostro lavoro non vale niente, ci hanno tolto la dignità, non è possibile avere il prezzo del latte uguale a quello dell’acqua, è inaccettabile. Vogliamo che il prezzo minimo sia 1 euro al litro”.
Sono arrivati dalla provincia di Trapani, Agrigento e Palermo hanno lasciato per un giorno gli allevamenti perché tanto, dicono, “non ha senso lavorare così”. “Facciamo fatica ad andare avanti e quindi dobbiamo organizzarci per farci sentire”. Sono queste le parole di alcuni di loro, fanno fatica a mantenere le famiglie e sono pronti a lottare per riconquistare i diritti persi. Sono consapevoli di avere a che fare con le leggi del mercato. Lo sanno che gli industriali troveranno sempre qualcuno che il latte lo vende a meno di quanto lo vendono loro. Per tutti gli allevatori presenti oggi, però, questo è un problema che va risolto dalle istituzioni nel più breve tempo possibile. Loro sono sul piede di guerra e infatti si moltiplicano già, in tutta la Sicilia, gli appuntamenti di protesta. Il prossimo è a Dittaino in provincia di Enna, domenica alle 11.30.
Come in Sardegna sta partendo una mobilitazione che potrebbe mettere realmente in crisi il settore del latte in Italia. A quel punto, forse, il governo dovrà cominciare a trattare la questione con la dovuta attenzione.