Paternò, l’ira dei cittadini: «vogliamo i buoni spesa»
Da una settimana circa è partita, per mano del comune di Paternò, la distribuzione a domicilio dei buoni spesa. In un periodo di crisi come questo, però, molti cittadini in grave difficoltà economica lamentano il bisogno di ricevere aiuti più velocemente. Così da qualche giorno numerosi abitanti del comune hanno cominciato a recarsi davanti al municipio per chiedere informazioni riguardo l’accettazione della domanda per gli ammortizzatori economici e i tempi con cui questi saranno eventualmente erogati.
Le dichiarazioni
Ieri mattina era tanta l’ira dei cittadini recatisi davanti al municipio del paese. Tra i presenti anche chi, avendo figli, non ha tempo di attendere senza neanche avere la certezza di ricevere, infine, un aiuto. «Chiediamo i buoni spesa che non sono ancora arrivati: ci sentiamo presi in giro» afferma la signora Laura, una delle tante donne che hanno fatto domanda per il buono spesa e che ieri mattina si sono ritrovate davanti al municipio per ricevere chiarimenti.
Marco, un giovane di 30 anni, racconta invece di come i 450 euro del reddito di cittadinanza non siano neanche sufficienti a coprire le bollette che mensilmente dovrebbe pagare la sua famiglia.
I fatti
I cittadini, stanchi di recarsi ogni giorno al municipio per cercare di ottenere qualche informazione, hanno creato tensioni all’esterno del municipio, portando i carabinieri a intervenire sul posto. I manifestanti sono comunque riusciti a consultarsi con il sindaco Nino Naso e il vicesindaco Ezio Mannino. I due hanno promesso di dare disposizione al personale per esaminare la posizione di ogni richiesta in modo da poter consegnare i buoni spesa entro il pomeriggio.
La loro distribuzione dovrebbe essere velocizzata anche grazie al fatto che, da ieri, per fornire il servizio di distribuzione ai messi comunali e alla polizia municipale si sono aggiunti i volontari dell’Anpas, dell’Unitalsi, degli scout e delle componenti delle associazioni carabinieri e finanzieri.
È stato anche attivato un servizio che permette ai cittadini di chiedere informazioni attraverso due linee telefoniche.
Questo è solo l’ultimo di molti episodi che si sono verifocati al di fuori dei palazzi delle amministrazioni comunali siciliane. L’emergenza dimostra infatti la grande difficoltà che si ha nel gestire un territorio la cui popolazione in stato di povertà è già numerosa e la cui percentuale di quest’ultima, secondo previsioni recenti, crescerà in maniera sempre più esponenziale col proseguire della crisi.