Picchettini, il TAR si pronuncia: «l’interdittiva antimafia è illegittima»
Ieri il TAR – Tribunale Amministrativo Regionale – si è pronunciato sulla vicenda dei lavoratori della Cooperativa Rinascita Picchettini di Palermo con una nuova sentenza, questa volta definitiva: l’interdittiva antimafia che ha colpito la cooperativa palermitana negli scorsi mesi è illegittima.
Un’interdittiva illegittima
Prosegue la vertenza dei lavoratori della Coop. Rinascita Picchettini dei cantieri navali di Palermo. Ieri il TAR – Tribunale Amministrativo Regionale – ha sentenziato riguardo la vicenda che coinvolge gli operai palermitani. Secondo la sentenza definitiva, l’interdittiva antimafia che ha colpito la cooperativa negli scorsi mesi è illegittima.
Una notizia che fa sperare gli operai che adesso sono pronti a rilanciare e pretendono impegni concreti da parte delle istituzioni e parti sociali. Ricordiamo che a maggio 2020, sulla base di un’inchiesta della DDA – Direzione Distrettuale Antimafia – la Cooperativa Rinascita Picchettini dei cantieri navali di Palermo era stata colpita da un’interdittiva antimafia.
Il 22 giugno dello stesso anno, la Prefettura di Palermo emanava un provvedimento amministrativo contro la cooperativa, che ne bloccava di fatto l’attività lavorativa. L’azienda, attraverso il rappresentante legale, fece ricorso al TAR che respinse il provvedimento prefettizio. Successivamente, anche la Corte di Cassazione, visti tutti gli atti, sentenziò l’illegittimità dei provvedimenti adottati.
Nonostante questo, Fincantieri ha revocato tutti i contratti, cancellando le commesse di lavoro in atto e impedendo l’ingresso in Cantiere dei lavoratori.«Adesso vogliamo sapere chi pagherà il danno economico che abbiamo subito – affermano gli operai – chiediamo il riassorbimento in Fincantieri».
I livelli occupazionali non si toccano
A seguito dell’interdittiva, una trentina sui circa 70 lavoratori della storica cooperativa specializzata in carenaggio e pitturazioni sono rimasti senza lavoro. Una parte degli operai è stata riassorbita dalle aziende Isolfin, Tecnonaval e Tecnosistem, subentrate nell’appalto dopo il provvedimento. Una ripartizione dei livelli occupazionali che non solo non ha tenuto conto dei pareri amministrativi di TAR, ANAC e del Prefetto ma che ha lasciato fuori una fetta di lavoratori.
È impensabile che di questo errore giudiziario a farne le spese siano stati i lavoratori!
Nonostante la pandemia e il blocco dei licenziamenti – emanato con decreto dal Governo – e i pareri degli organi competenti, sia le istituzioni che le parti sociali non sono riuscite a salvaguardare i livelli occupazionali degli operai.
I Picchettini, di fronte all’indifferenza delle parti in questione, però, non hanno mai mollato – facendo sentire la propria voce sia nei picchetti in Fincantieri che nei presidi sotto i palazzi del potere.
«Siamo rimasti in pochi, capiamo che si tratti di una trattativa difficile – affermano – ma dopo questi risvolti, la risoluzione della vertenza è obbligata».