Pozzallo (RG): oggi il sit-in contro l’impianto di biogas. Intervista alla presidentessa del CSPA
Oggi a Pozzallo, provincia di Ragusa, si terrà un sit-in presso il porto, organizzato dal Comitato per la Salvaguardia e la tutela della Salute Pubblica e dell’Ambiente CSPA. Il comitato si è da poco costituito e si sta opponendo alla realizzazione dell’impianto di biogas in contrada Zimmardo Bellamagna, nel Comune di Modica. Il Sit-In di oggi è un appuntamento focale per questa lotta: è stato indetto in occasione dell’arrivo del presidente della Regione Siciliana Musumeci per l’inaugurazione della stazione passeggeri del porto. Abbiamo fatto alcune domande alla presidentessa del Comitato, Emanuela, per capire qualcosa in più sul progetto e sulla lotta che gli abitanti del territorio stanno portando avanti.
Cosa vi ha portato a costituire il comitato per la Salvaguardia e la Tutela della Salute Pubblica e dell’Ambiente?
La costituzione del Comitato si fonda sull’amore per noi stessi, per i nostri figli, per il territorio e sulla consapevolezza di essere cittadinanza viva con proprie istanze, progetti, visioni e vocazioni. Quella pozzallese è una comunità giovane e può e vuole esprimere la propria identità, conscia che, ancor prima delle leggi, esistono il diritto alla salute, a un lavoro, alla realizzazione personale e comunitaria fondata sul rispetto dell’ambiente. Esercitare tale diritti vuol dire tutelarli, emancipandoli dalle logiche dell’imposizione e del condizionamento esterno. In forza di questa consapevolezza, oggi Pozzallo sceglie di essere parte attiva – non più passiva – dei processi decisionali che hanno ricadute sul territorio e sulle nostre vite.
Una delle lotte più importanti che il comitato conduce è quella contro la realizzazione di un impianto di produzione di biogas. In cosa consiste questo progetto? Perché ritenete sia un’opera da bloccare?
Il CSPA si oppone alla realizzazione dell’impianto di Biogas in contrada Zimmardo Bellamagna a Modica (provincia di Ragusa), fortemente voluto dalla Biometano S.r.l e chiede la revoca delle autorizzazioni per ragioni sia di merito che di metodo. Di metodo perché, al netto degli strafalcioni procedurali, non può essere accettata la prepotenza istituzionale e amministrativa perpetrata a danno del Comune di Pozzallo. Il nostro Comune, infatti, non è stato interpellato, né tanto meno coinvolto, in nessuna iniziativa interlocutoria da quello di Modica. Neppure ai tavoli tecnici o politici propedeutici alla ideazione e realizzazione del progetto. Nel merito perché le contestazioni sono legate alle dimensioni dell’impianto, al suo funzionamento e all’allocazione. Quanto alle dimensioni: il progetto interessa una superficie di 70m cubi ed è prevista l’installazione di sette vasche di digestione con diametro di 32 metri ciascuna, due ciminiere dell’altezza di 12 metri e una ciminiera di riserva di 10 metri per una produzione standard di 499 metri cubi all’ora. Per raggiungere questi obiettivi produttivi bisogna impiegare 216 tonnellate di letame o carcasse animali. È questa la materia prima che può e deve essere utilizzata per far funzionare l’impianto che è a digestione anaerobica. La zona in cui insisterebbe la struttura sarebbe interessata, inoltre, da un transito giornalierio di circa 40 tir. Alla fine del ciclo produttivo le ciminiere rilascerebbero genericamente fumo dovuto alla de-solforazione che, in parole povere, vuol dire cattivo odore. Con queste caratteristiche e un tale funzionamento può essere definito, senza dubbio, un impianto industriale e, pertanto, non coerente con la vocazione agricola e turistica del luogo in cui andrebbe realizzato. Nonostante la contrada in questione sia parte del territorio di Modica, si trova a ridosso di Pozzallo, a circa 700 metri dai primi centri residenziali e turistici. Le ricadute negative che si è possibile prevedere rappresentano una minaccia per l’aria, per le falde acquifere e, quindi, per la salute e l’economia di un paese come Pozzallo che, di sicuro, non ha una vocazione industriale. Un altro elemento da tenere in considerazione è il fatto che la contrada interessata si trova all’interno di un compluvio, dove si raccoglie, cioè, l’acqua piovana. Questo rappresenta un problema di natura idrogeologica rispetto al quale non possono essere prese misure preventive. C’è da dire, inoltre, che nell’area in questione è presente un importante sito archeologico. Lì sorge un’antica necropoli collocabile tra il XIX e XIV A.C.. Il progetto mette in pericolo l’ambiente, la vita degli abitanti e la storia della comunità autoctona.
Quali pratiche e quali strumenti avete utilizzato e userete per raggiungere il vostro obiettivo?
Il CSPA ha attuato delle iniziative di mobilitazione sociale e civile volte all’informazione e alla sensibilizzazione dei cittadini di Pozzallo. Il 2 febbraio si è tenuto un comizio molto partecipato in Piazza delle Rimembranze e oggi, alle 15:30, si terrà un sit-in in occasione della visita del presidente Musumeci per l’inaugurazione della stazione passeggeri al porto di Pozzallo. Abbiamo anche avviato delle iniziative di carattere giudiziario. È stato presentato un ricorso di carattere straordinario al Presidente della Regione esponendo tutte le motivazioni, di forma e di merito, per le quali richiediamo la revoca delle autorizzazioni, già concesse, alla Biometano S.r.l dal Comune di Modica.
Qual è il grado partecipazione degli abitanti del territorio? Esiste, secondo te, la consapevolezza che si tratti di una lotta contro chi vuole imporre un’opera che non ha nulla a che fare con le specificità del territorio stesso?
Le iniziative finora svolte e l’organizzazione dell’appuntamento di oggi ci hanno dato modo di riscontrare una risposta vera da parte di chi vive il territorio. Pozzallo si è mostrata e si è scoperta popolo, stringendosi in un unico abbraccio. Ritengo, infatti, che ci sia un alto grado di consapevolezza da parte di chi vive il territorio. C’è voglia di lottare per la propria salute, quella dei propri figli, per il territorio, le sue vocazioni e per le prospettive a cui vuole e deve aprirsi. Noi, prima di tutto, ci battiamo per questo e non contro qualcuno. Ci opponiamo ai metodi di prevaricazione e di sopraffazione dei diritti che spesso e, in questo caso, sono stati utilizzati per ottenere delle cose senza il consenso della gente. La partecipazione a Pozzallo è stata totale e traversale. Nessuno si è fatto problemi rispetto alla collocazione politica, professionale e personale. Ognuno ha messo a disposizione competenze, conoscenze e relazioni a favore di questa lotta. Pozzallo ha capito che bisognava e bisogna lottare per il bene collettivo, il diritto alla salute e il rispetto dell’ambiente.
Parlaci del rapporto con le istituzioni locali. Da che parte si sono schierati? Sono interlocutori utili alla lotta?
Come dicevo prima, abbiamo riscontrato un atteggiamento negativo da parte del Comune di Modica che ha autorizzato la realizzazione dell’impianto senza interpellare le nostre istituzioni locali. Crediamo che questo sia un fatto grave. Sono ottime, invece, le relazioni con il comune di Pozzallo. Il sindaco e tutta l’amministrazione hanno prestato sostegno all’azione del CSPA, alle iniziative sociali e civili e agli appuntamenti di sensibilizzazione che si sono succeduti nel corso di questi mesi. È stato importante anche il ruolo della giunta nella conferenza di servizi tenutasi a Palermo la scorsa settimana. Mi fa piacere ricordare che anche gli imprenditori pozzallesi, quelli che operano nella zona industriale di Pozzallo, si sono stretti attorno al CSPA, sottoscrivendo un documento con cui contestano la possibilità dell’installazione di un altro impianto di biogas, più piccolo, nella zona industriale di Pozzallo. Sostengono la nostra azione. Nessuno si è tirato indietro. Abbiamo riscontrato la volontà di convergere in un’unica azione collettiva.
Con il sit-in di oggi che messaggio volete mandare? Cosa volete ottenere? Quali saranno, invece, i prossimi appuntamenti?
Al sit-in di oggi vogliamo portare un messaggio al presidente della Regione Sicilia. Torneremo a esporre le nostre ragioni e gli chiederemo di impegnarsi, in quanto Istituzione, nella battaglia a favore dei siciliani e dei pozzallesi. Chiederemo che si schieri dalla parte della nostra comunità. Questo, perché crediamo che la nostra non sia solo una battaglia di carattere tecnico. Siamo fortemente convinti che la nostra sia una battaglia di civiltà a cui la politica deve dare responsabilmente una risposta. In fondo, la politica dovrebbe essere praticata dai cittadini, per i cittadini.