Proteste a Hong Kong: sventola la bandiera dell’indipendenza
Continuano le proteste a Hong Kong.
Sono passati appena due giorni dall’approvazione definitiva della nuova legge sulla sicurezza nazionale. Ieri in migliaia sono tornati in piazza nel giorno del 23esimo anniversario del ritorno dei territori sotto la sovranità cinese. Anche stavolta la polizia ha risposto con cannoni d’acqua, proiettili di gomma e cartucce urticanti. Nonostante la repressione, la rabbia degli abitanti non si placa e le proteste a Hong Kong per il diritto all’autodeterminazione non si fermano.
Per le strade di Hong Kong sventola la bandiera dell’indipendenza
Durante la manifestazione sono state arrestate più di 300 persone; molti con l’accusa di violazione della nuova legge sulla sicurezza nazionale. Secondo la legge rischia l’ergastolo chi viene riconosciuto colpevole di sedizione, separatismo, ingerenza straniera e tradimento a Hong Kong.
Ciò che salta subito all’occhio è il primo arresto compiuto ieri dalla polizia cinese: un uomo con la bandiera per l’indipendenza di Hong Kong, che rischia così di essere accusato di sedizione e separatismo. Arrestato prima dell’inizio delle manifestazioni. Un vero e proprio gesto di sfida delle forze dell’ordine cinesi. Ma, nonostante questo, per le strade di Hong Kong non regna la paura, regna la volontà di indipendenza.
La stessa sorte dell’uomo con la bandiera è toccata (tra i tanti altri) a una quindicenne che partecipava alle proteste contro la Cina.
Un desiderio di liberazione attraversa il pianeta
I manifestanti di Hong Kong sono i protagonisti di un processo politico in atto in tutto il pianeta. Si tratta dell’espressione del desiderio di liberazione dal dominio degli Stati nazionali, dall’oppressione che viene da fuori, dalle forze di polizia che impongono un ordine non voluto dalle popolazioni locali. Questo processo assume diverse forme a seconda della storia, della cultura politica, della composizione sociale, dei processi di urbanizzazione dei territori in cui si manifesta.
In Chiapas ha la forma delle comunità che si sottraggono al dominio dello Stato messicano; nei territori curdi dà vita alle forme del confederalismo democratico; in Europa (Catalogna, Irlanda, Scozia, Paesi Baschi) assume il carattere politico della creazione di nuove istituzioni, di nuova statualità. A Hong Kong ha il carattere della resistenza nei confronti dell’autoritarismo cinese.
Per tali ragioni questo processo fa paura. Per questo viene represso dappertutto così duramente. Perché parla della vita dei territori, perché parla attraverso la voce degli abitanti, perché allude a una nuova democrazia, alla democrazia dei territori e all’autogoverno di questi. I giovani di Hong Kong resisteranno. Vogliono la libertà. E la libertà è incontenibile.