Palermo. Quale futuro per l’ex convento San Basilio? Decidano gli abitanti

Palermo. Quale futuro per l’ex convento San Basilio? Decidano gli abitanti
Palermo. Da qualche settimana il  Comitato Territoriale Olivella è in fermento per l’incombere di un progetto dell’amministrazione comunale sull’ex convento San Basilio, casa del comitato e di numerose attività e servizi rivolti agli abitanti del centro storico di Palermo.
A fine maggio, durante l’assemblea convocata dal Comitato, è stato deciso di organizzare due giorni di iniziative per mettere al centro una questione molto importante : il futuro dell’ex convento San Basilio lo devono decidere gli abitanti del territorio.

 

Il convento di San Basilio che ospita da più di dieci anni attività sociali, culturali, sportive, sarà ristrutturato con fondi del Contratto Istituzionale di Sviluppo, per realizzare la Casa delle culture – afferma Verdiana Mineo, istruttrice e atleta della Palestra Popolare Palermo. Un processo calato dall’alto che rischia di cancellare le attività sociali, culturali e di comunità in uno spazio per lungo tempo abbandonato e che ha ripreso vita grazie all’impegno degli abitanti del quartiere e dei volontari del Comitato Territoriale Olivella. Chiediamo che le istituzioni cittadine coinvolgano il territorio nelle scelte e nei progetti che riguardano il quartiere e che gli abitanti abbiano un ruolo nelle decisioni che trasformeranno la città nei prossimi anni”.

Quale modello di vita e di condivisione degli spazi urbani si prospetta per i nostri territori?

Sicuramente all’interno delle differenti modalità tramite le quali il modello socio-economico attuale sfrutta e mette a profitto i luoghi che abitiamo, il paesaggio e le reti sociali che vi si intrecciano, subiscono numerosi tentativi di iper-regolamentazione e normativizzazione. Le città – e in particolare i loro centri, “storici”, vengono investite da processi sempre più aggressivi di omologazione nei consumi e nelle abitudini di chi li attraversa e di adeguamento alle esigenze del turismo di massa (nel 2023, anno con i valori più alti mai rilevati in Italia, la Sicilia registra 16 milioni e mezzo di presenze, con Palermo in forte crescita).

 

In nome del profitto di pochi che ne deriva, interi quartieri vengono “rigenerati” per meglio piegarli alle esigenze del mercato.

E succede che finalmente – e solo in nome del turismo e della competitività tra luoghi nell’attrarre flussi e fondi – le istituzioni cittadine si accaparrano delle risorse economiche per la ristrutturazione di edifici storici, per il rifacimento del manto stradale e dell’arredo urbano, in un sincretismo progressista che fonde insieme i tagli del nastro per le opere di rigenerazione, le nuove attività commerciali, gli eventi mondani esclusivi (ed escludenti), con gli sgomberi di case occupate, la chiusura degli spazi sociali non riassorbibili nel processo di accumulazione di valore, l’espulsione di intere fasce sociali da quelli che diventano centri turistici, anche solo attraverso l’aumento spropositato del costo della vita.

 

Le mani sulla città di coloro che la governano non lasciano spazio alle questioni sociali che riguardano i bisogni e le esigenze degli abitanti, o meglio provano continuamente a tenerle dentro i confini del decoro e dell’ordine pubblico.

Accade allora che tramite il Contratto istituzionale di Sviluppo e Invitalia (Agenzia nazionale per lo sviluppo, di proprietà del Ministero dell’economia) vengano individuate delle aree strategiche da valorizzare in differenti territori. A Palermo, ad esempio, partiranno i cantieri, concentrati sul centro storico, per la ristrutturazione di edifici pubblici, strade e piazze. Una “grande opportunità” così come viene descritta dall’amministrazione comunale, che prevede la rifunzionalizzazione anche di un edificio per lungo tempo abbandonato e riaperto nel 2011 da un gruppo di studenti, lavoratori, disoccupati e abitanti del quartiere: l’ex convento di San Basilio, in via San Basilio 17.

All’interno di quello che nasce come Spazio sociale autogestito ExKarcere, nel tempo vengono intrapresi dei progetti sociali come la Palestra Popolare Palermo, l’ambulatorio popolare Centro Storico, la biblioteca Olivella (nata dalla cooperazione tra l’associazione Si Resti Arrinesci e dalla Fondazione Ignazio Buttita), e tra le più svariate attività culturali, artistiche e sociali rivolte a persone di tutte le età, a tutela del diritto allo sport, alla salute, e piú in generale per la promozione di spazi di aggregazione, solidarietà e mutuo aiuto fuori dalle logiche di mercato.

 

Oggi l’Ex Convento San Basilio è la casa del Comitato Territoriale Antudo Olivella. Questo, a partire dalle attività già in essere all’interno dello spazio, è divenuto da subito uno strumento collettivo per la sperimentazione di embrionali pratiche di vita che guardano all’autogoverno del territorio, basate sul principio secondo cui devono essere gli abitanti e le comunità a decidere in merito alle questioni che li riguardano. A essere messi a critica sono, quindi, i meccanismi di delega e de-responsabilizzazione dell’attuale sistema di rappresentanza politica, attraverso la realizzazione di attività, iniziative e servizi che divengono espressione delle esigenze del territorio.

 

Il processo di “rigenerazione urbana” imposto dall’alto vuole realizzare una non meglio specificata “Casa delle culture”.

La mobilitazione cittadina e territoriale a difesa delle esperienze già presenti nello spazio ha permesso di organizzare nelle scorse settimane un’assemblea da cui sono stati lanciati due giorni di iniziative dal titolo “Cultura, sport, musica, sociale, cura, comunità…E’ già san Basilio”.

Venerdì pomeriggio la Palestra Popolare Palermo ha svolto un allenamento collettivo proprio sotto al palazzo comunale a piazza Pretoria, e ieri mattina è stato organizzato un corteo, che ha sfilato per il centro di Palermo raggiungendo nuovamente Palazzo delle Aquile. In testa lo striscione con su scritto “Quale futuro per San Basilio? La decisione agli abitanti del territorio”. Perché è a loro che la parola deve tornare: a chi vive e abita i luoghi abbandonati dalle istituzioni e le vie e vicoli in cui vengono ormai cronicamente negate le condizioni per vivere una vita dignitosa.

“Ho cominciato a frequentare il Comitato territoriale – ci dice Aurora – circa due anni fa. Dapprima solo per allenarmi alla palestra popolare e successivamente anche per partecipare a eventi, feste e attività.

In questi anni per me difficili, alle prese con lavori precari alternati a periodi di disoccupazione, il centro per me è stato un punto di riferimento importante. I prezzi popolari della palestra mi hanno permesso, per la prima volta, di dare continuità all’attività sportiva, superando quindi gli ostacoli causati dalle difficoltà economiche. Inoltre, grazie a chi gestisce il centro e ai volontari dell’ambulatorio, per la prima volta ho potuto organizzare un evento per diffondere e far conoscere un tema a me molto caro: la ricerca sull’ Alzheimer Occasione utile anche a raccogliere fondi, ma soprattutto per creare senso di comunità a partire da problema con cui tanti hanno a che fare. Ho vissuto in tante città negli anni, conoscendo tanti centri sociali. In nessuno di queste città però sono riuscita a sentirmi cosi accolta e partecipe. È stato importante il fatto che proprio nella mia regione io abbia potuto recuperare questo senso di appartenenza all’interno di una realtà che si preoccupa del benessere collettivo.

Sono grata a chi mi ha dato la possibilità di farne parte, in particolar modo a chi anche nei miei momenti più difficili mi ha fatto sentire a casa.

Per ragioni di lavoro presto sarò di nuovo lontana da Palermo ma non darò mai meno valore a questa mia esperienza vissuta. Credo che chi è costretto a partire dalla propria terra per trovare nuove occasioni, porti sempre dentro di sé comunque l’amore per le proprie origini. Per questo motivo, ovunque io mi troverò, mi auguro di trovare al mio ritorno la mia Sicilia migliore di come l’ho lasciata e mi auguro di ritrovare il comitato territoriale, li dove l’ho sempre trovato, in modo che chi ne fa parte possa continuare a fare tutto ciò che finora ha fatto con impegno, energia e costanza.”

 

 

 

 

 

 

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