Processo alla Raffineria di Milazzo, presidio davanti al Tribunale.
Stamattina un centinaio di cittadini della Valle del Mela, in presidio, si sono presentati davanti ai cancelli del tribunale di Barcellona P.G. in occasione dell’udienza preliminare che ha stabilito il rinvio a giudizio della Raffineria di Milazzo. La prossima udienza sarà il 18 gennaio e i reati contestati sono molto pesanti: tra gli altri, quello di disastro colposo.
Giovani e meno giovani, mamme e bambini, associazioni e comitati del luogo davanti al tribunale hanno esposto lo striscione con su scritto “Giustizia per la Valle del Mela”.
È ufficiale, è partito il primo grande processo penale nei confronti della società Raffineria di Milazzo. Le procedure che hanno portato fino a qui sono iniziate quasi dieci anni fa in seguito a numerosissime denunce fatte da cittadini, comitati e associazioni in merito alle problematiche causate al territorio e agli abitanti dai cicli produttivi degli impianti e quindi dalle emissioni in atmosfera. La Valle del Mela paga un’incidenza tumorale elevatissima e pesantissime sono le patologie legate all’apparato respiratorio e non solo, registrate soprattutto nelle donne e nei bambini. Vengono segnalati spesso odori molesti che in maniera ricorrente portano anche a forti mal di testa e svenimenti.
Le industrie che si trovano nei comuni di Milazzo e San Filippo del Mela da troppo tempo tengono legati gli abitanti dell’intero territorio ad un modello di sviluppo nocivo che porta vantaggi e ricchezza effettiva solo alle multinazionali che le possiedono. Per gli abitanti della Valle del Mela è previsto lavoro precario o demansionato e, più in generale, condizioni di vita ai limiti della decenza e della dignità. Per chi non lavora in quei luoghi poche le possibilità di restare e non essere costretti ad emigrare.
I comitati presenti sul territorio da qualche anno a questa parte sono riusciti a fare ripartire l’opposizione a questo modello. Davanti al silenzio o all’impegno di facciata di consiglieri comunali, sindaci e deputazione regionale e nazionale, i comitati hanno ripreso le file di un radicamento sociale che per troppo tempo era mancato. Una grossa prova di questo l’ha dato l’enorme corteo del 28 gennaio di quest’anno. In quell’occasione si manifestava contro la realizzazione dell’inceneritore di A2A (multiutility lombarda). La lotta popolare e l’esercizio del controllo sull’operato delle istituzioni ha, infatti, costretto intere giunte a schierarsi contro la realizzazione dell’impianto. Qualche giorno fa è arrivato addirittura lo stop dal Consiglio dei Ministri, ulteriore conferma che la lotta per riportare le decisioni a chi vive i territori e la lotta per l’autodeterminazione pagano sempre.
Nella Valle del Mela c’è comunque la consapevolezza che non bisogna abbassare mai la guardia. Non è detto che si sia definitivamente chiuso lo scontro con A2A e comunque resta l’altro mostro industriale, la raffineria.
I comitati anche oggi, in occasione dell’udienza, erano presenti perché sanno bene che questo processo va seguito con attenzione. Silvia, del comitato “No inceneritori del Mela”, ci dice che «la magistratura, e non solo, forse stanno cominciando a riconoscere ciò che gli abitanti della Valle ripetono da anni. E anche questo è dovuto ai presidi, alle manifestazioni e ai cortei che negli anni si sono fatti». E continua : «Non riponiamo ciecamente speranza nella magistratura, ma dentro le aule del tribunale devono sapere che fuori ci sono uomini e donne che non abbasseranno mai la testa e lotteranno finché giustizia sarà fatta».