I rifiuti speciali dell’ILVA di Taranto? Semplice, mandiamoli in Sicilia
È grazie a Natura Sicula, Decontaminazione Sicilia, Don Palmiro Prisutto, a Legambiente Augusta e ad una vasta mobilitazione popolare se il governo ha interrotto (ma non si sa per quanto) il trasferimento del polverino prodotto dagli altiforni dell’ILVA di Taranto alla discarica Cisma di Melilli. Dice il ministro Galletti: “La decisione è pienamente coerente con quanto detto da tempo, e cioè che il trasferimento al centro Cisma Ambiente sarebbe stata solo una soluzione temporanea, comunque avvenuta in piena sicurezza e trasparenza”. Già, “in piena sicurezza e trasparenza”, che per il Ministro Galletti significa trasporto su camion malamente coperti da una incerata con polveri sparse ovunque e tenendo all’oscuro popolazioni interessate, istituzioni regionali e locali. Ma chi è Galletti? È quello che voleva la Riforma del titolo V della Costituzione per poter portare il nucleare -senza problemi- nei siti ritenuti “più sicuri” e “più economici”; uno di quelli che se ne infischia dei referendum popolari, uno di quelli che “se non si può di giorno lo facciamo di notte”. E di fatto, nel caso dei rifiuti dell’ILVA, è stato proprio così.
Ogni mercoledì mattina dal porto di Taranto partiva l’Eurocargo Livorno del Gruppo Grimaldi, portando in grembo i camion pieni “rifiuti speciali” dell’Ilva. Faceva scalo al porto di Catania e qui di notte sbarcavano i camion per poi procedere furtivi alla volta di Melilli.
Solo fino a novembre si parla di 92.000 tonnellate di “polverino” trasportate nella discarica per rifiuti speciali Cisma di Melilli. Era già successo nell’aprile del 2015 quando una partita di 9.142 tonnellate di queste polveri erano state trasportate direttamente ad Augusta, ma la sollevazione popolare fu massiccia (vi fu anche un interrogazione parlamentare e diversi servizi giornalistici) ed il Ministro Galletti con i commissari dell’ILVA sospesero i trasferimenti. Poi, calmate le acque, zitti zitti, muti muti ripresero fino a ieri. E i pareri delle popolazioni locali? E lo stato dei territori già inquinati di Augusta-Priolo-Melilli? E le prerogative regionali, quelle confermate con il NO al referendum del 4 dicembre? Robetta, intralci campanilistici.
Ecco il servizio trasmesso dal programma “Il settimanale” di RAI3 il 17/12/2016: