Rugby: parte il campionato ma a Palermo e Caltanissetta non c’è il campo di gioco.

Rugby: parte il campionato ma a Palermo e Caltanissetta non c’è il campo di gioco.
Domani si terrà la seconda giornata del girone A del campionato regionale Serie C di Rugby. Per il secondo anno di fila il Palermo Rugby ha iniziato la sua stagione senza un campo proprio. Per il secondo anno di fila, forse l’unica squadra di rugby in Sicilia che può ambire al salto di categoria, dalla C alla B, non ha un campo di gioco.
Sembra uno scherzo ma è la triste realtà del rugby nella nostra regione. Infatti anche il Nissa Rugby ASD, per ragioni diverse si trova ad affrontare lo stesso problema.

 

Il Palermo Rugby aspetta di avere uno stadio per sé da anni ormai. Fino ad un certo punto gli allenamenti si sono tenuti allo stadio delle Palme e le partite al Velodromo Paolo Borsellino, struttura da 12 mila posti a sedere lasciata all’abbandono. L’anno scorso, invece, le partite in casa della seconda metà della stagione, le ha giocate nel campo di calcio della Fincantieri. 

Il progetto per il Centro Federale

Adesso si fa strada la possibilità che si realizzi un centro sportivo federale presso il campo Malvagno ( anche questo abbandonato da anni), dato in concessione l’anno scorso dall’Amministrazione Comunale alla Federazione Italiana Rugby per nove anni.

Nell’attesa però, la squadra del capoluogo siciliano, si allena nel campo della caserma dell’Esercito in corso Calatafimi e giocherà tutte le partite in trasferta. E solo gli addetti ai lavori sanno quanto questo sia impegnativo per i giocatori e oneroso per la società.

 

I concerti SI il Rugby NO

I giocatori e la società in più occasioni hanno dimostrato rammarico per il disinteresse che le amministrazioni comunali hanno riservato al problema. Andrea Zappia, giocatore del Palermo Rugby, si chiede «com’è possibile che chi amministra il comune di Palermo non provi vergogna per quanto sta accadendo e non sia in grado di trovare una soluzione praticabile. C’è il Velodromo – continua – ma non si sa come mai  può essere utilizzato per i concerti e non per praticare un sport». 

 

Non meno grave è il caso che sta interessando il Nissa Rugby ASD

Dopo anni la squadra era riuscita ad ottenere il rifacimento del manto erboso dello Stadio Tomaselli di Caltanissetta che doveva avvenire, così come da capitolato, con doppia tracciatura calcio-rugby. Peccato, però, che questo non è avvenuto.

La società ha fatto subito partire una petizione on-line per chiedere che venga rispettato il capitolato del bando ed evitare una vera e propria discriminazione.

Nella nota pubblicata il Nissa Rugby si scaglia contro l’amministrazione comunale: «Ad oggi, con il tacito assenso dell’amministrazione comunale, non risulta la tracciatura intarsiata per il rugby, pregiudicando alla squadra cittadina la possibilità di giocare, non potendo FIR concedere l’omologazione per un campo così allestito. Non essendoci altre strutture omologate in città, pregiudicherebbe a centinaia di bambini di giocare ad uno sport che fa ormai parte della tradizione della città e a chissà quanti altri di conoscere un nuovo sport».

 

Ci troviamo, quindi, davanti a due situazioni che nei fatti limitano fortemente la possibilità di scegliere di praticare questo sport.

Insomma, sembra crescere l’interesse della Federazione a investire in territori marginali e grazie a bandi del Governo centrale rivolti a tutti gli sport – pochi e insufficienti – si riescono a recuperare strutture esistenti. A mancare però in molti casi è il supporto delle amministrazioni Comunali. Sicuramente c’è un problema culturale, ma in questo deficit generale di attenzioni c’è sempre qualcos’altro che ha la priorità. E di solito questa si misura in base al giro d’affari generato.

E se non sono le amministrazioni comunali a battersi per difendere questo sport, chiedere maggiori risorse, strutture e campi da gioco, devono essere le società sportive a farlo, insieme alle comunità che rappresentano.

 

 

 

 

 

 

 

 

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