Sais Trasporti: sospesa la corsa domenicale Madonie-Palermo
La Sais Trasporti sospende la corsa pomeridiana prevista alle ore 19 di domenica e festivi tra le Alte Madonie e Palermo.
Sono tanti i pendolari madoniti che per ragioni di lavoro o di studio sono costretti a spostarsi settimanalmente dai comuni delle Alte Madonie verso il capoluogo. Ad assicurare gli spostamenti ci pensa la Sais Trasporti. O per meglio dire, dovrebbe pensarci la suddetta azienda che opera il servizio di autobus extraurbani.
Negli ultimi giorni è giunta notizia della sospensione di una delle corse più importanti nei fine settimana. La riduzione provoca ingenti disagi ai numerosi studenti e lavoratori pendolari che la domenica sera hanno la necessità di prendere l’autobus per recarsi a Palermo, in vista dell’inizio della settimana lavorativa o di studio.
L’appello a Musumeci
«E’ indispensabile che la Regione prenda immediatamente provvedimenti per far sì che l’azienda ripristini il servizio e non crei ulteriori disagi». A dichiararlo è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Roberta Schillaci con un’interrogazione rivolta al presidente della Regione Siciliana Musumeci e all’assessore per le infrastrutture e trasporti Marco Falcone.
I territori madoniti vivono già una condizione fortemente sfavorevole in tema di trasporto pubblico. Manca la linea ferroviaria diretta e quello della Sais Trasporti è l’unico servizio di trasporto pubblico verso Palermo. La sospensione della corsa domenicale non può, quindi, che aggravare una situazione già precaria, penalizzando ulteriormente i cittadini di questi territori.
L’appello a Musumeci lanciato dalla deputata regionale andrebbe fatto proprio e rilanciato dai cittadini direttamente interessati insieme agli amministratori dei Comuni della zona. Lo stato di abbandono in cui versano i territori dell’entroterra è un dato di fatto ormai da anni. E non riguarda solo l’ambito delle infrastrutture e del trasporto, ma anche quello della sanità, dell’istruzione, del contrasto allo spopolamento. I governi regionali – compreso quello in carica – in tutti questi anni non hanno fatto nulla per invertire questa drammatica tendenza.
Tocca a noi che abitiamo questi territori e alle istituzioni locali che li amministrano fare il possibile affinché questo servizio, come tanti altri, non venga sottratto nel silenzio più assoluto.