San Vito lo Capo contro il megaresort della Marina Bay.

San Vito lo Capo contro il megaresort della Marina Bay.


Più di un anno fa è stato presentato alla Regione Siciliana, dalla società Marina Bay S.r.l. di Trapani, un progetto per la realizzazione di un polo turistico a San Vito lo Capo. Un progetto faraonico che interesserebbe tutta l’area balneare di San Vito. Da subito la giunta e i cittadini non si sono mostrati favorevoli. In tanti hanno subito riconosciuto l’insostenbilità dell’opera. Qualche settimana fa si è tornati a parlare di questo progetto. Abbiamo intervistato Laura del comitato #nomarineresort per avere un quadro completo della situazione.

 

Da cosa nasce l’esigenza di formare il comitato #nomarineresort?

Il Comitato #nomarineresort è un movimento composto da numerosi cittadini per la tutela ambientale, economica e sociale del territorio di San Vito con un particolare riguardo alla fruizione della fascia costiera. Un anno e mezzo fa la costa è stata presa in considerazione da una società privata, la Marina Bay srl di Trapani, come luogo idoneo alla realizzazione di una struttura nautica da diporto. Una struttura di enormi dimensioni invasiva rispetto alla realtà paesaggistica di San Vito.
Attualmente il progetto è sospeso. La società deve presentare delle rimodulazioni, ma da parte nostra ci sono molte preoccupazioni a riguardo perché ci risulta impossibile fidarci di un società, estranea al territorio, mossa soltanto da interessi economici privati.
Possiamo dire che attualmente siamo in una fase stallo. Per noi è questo il momento giusto per iniziare un’azione di sensibilizzazione sociale. Il comitato, infatti, ha ragion d’essere proprio prima che si presenti il progetto definitivo, per bloccarlo.
In un’epoca in cui si parla di ecosostenibilità come unico principio che può guidare le scelte di progettualità del territorio, ci pare assurda la possibilità che venga presentato questo progetto che è, di fatto, un ecomostro.

 

In cosa consiste il progetto “Marina Bay” presentato dalla società Marina Bay srl? Quali sono i danni per l’ambiente e per la vita dei cittadini?

Il progetto “Marina Bay” prevede la cementificazione di un’ampia parte del territorio costiero per la costruzione di un megaresort. Prevede il potenziamento del porto che oggi consiste in un piccolo peschereccio, usato dalla nostra marineria e dagli operatori locali che lì svolgono servizi turistici. Se venisse realizzato l’ecomostro, verrebbe trasformato in un porto turistico.
Ciò che più vogliamo porre all’attenzione di tutti è che il progetto non ha come priorità la risoluzione dei problemi primari di San Vito. Il nostro paese soffre di una problematica di vitale importanza da cui dipende l’esistenza stessa di San Vito: l’erosione.
In realtà, si tratta di un fattore che attanaglia tutte le coste siciliane. Ma qui è aggravato dalla particolare conformazione dell’attuale porto. Decine di metri di battigia sono stati letteralmente rosicchiati dalle correnti, aiutate dal modo in cui sono stati costruiti i due moli. Il “Marina Bay” non solo non si occupa di risolvere ciò, ma anzi comporterebbe un aumento della pressione d’uso della località. San Vito non può permettersi un ulteriore carico antropico e urbanistico, soprattutto in una area delicata come quella del porto.
Le priorità di San Vito sono altre. I servizi primari sono fortemente inefficienti. Mi riferisco alla rete idrica, a quella fognaria, alla difficoltà di approvvigionamento delle risorse elettriche.
Il “Marina Bay”, inoltre, non è in linea con la realtà economica del paese. San Vito deve la sua ricchezza alla naturale accoglienza delle famiglie del posto, a una gestione economica locale, rispettosa delle caratteristiche del territorio. Il Comitato si batte anche per la valorizzazione di un turismo di tipo locale, non industriale, scollato dalla tradizione economica e sociale.
Vogliamo che le specificità vengano valorizzate, non distrutte in nome del profitto di altri. Vogliamo difendere il nostro paesaggio, la nostra urbanistica tipica, caratterizzata da case piccole, basse, color crema. Vogliamo tutelare l’economia tradizionale basata sull’indipendenza delle piccole imprese a gestione familiare e locale.
San Vito è unica e amabile così com’è. Dobbiamo difenderla, non livellarla e omologarla alle mete turistiche del mondo.
Poi c’è una questione fondamentale. Il progetto non è stato concepito né voluto dalla popolazione, ma anzi la emargina dai processi decisionali che riguardano il territorio in cui vivono. Il progetto prevede che venga affidato il monopolio, la gestione porto e dei servizi connessi a un esterno. Se approvato, l’economia locale sarebbe sopraffatta dalle grandi compagnie.
Un investimento calato dall’alto è per sua natura disallineato rispetto alle tradizioni e agli interessi dei cittadini. Noi non vogliamo il lusso frenato. Non vogliamo grandi resort con piscina o mega yatch. I visitatori sarebbero attratti dai loro servizi e non da quelli propri di San Vito. I turisti sovraffollerebbero le spiagge, affaticherebbero il territorio, senza portare alcun beneficio all’economia locale.

 

Le istituzioni locali si sono spese per sostenere l’opposizione al progetto? Se si, in che modo?

Noi siamo un movimento apartitico. Siamo disposti a dialogare con l’amministrazione se si muove nella nostra stessa direzione. Ad oggi non abbiamo avuto modo di ritenere il contrario. Siamo un comitato parallelo alle istituzioni che aspetta di capire se l’amministrazione sarà fino in fondo con noi.

 

Quali azioni volete mettere in campo?

Ci muoviamo su più fronti. Innanzitutto quello informativo. Abbiamo creato un blog nel quale pubblichiamo articoli e approfondimenti sul progetto. Abbiamo una pagina Facebook attraverso la quale veicoliamo temi di difesa ambientale; spieghiamo perché è importante mantenere e tutelare le specificità di San Vito difendendole dal turismo industriale. Abbiamo consulenza legale e giornalistica e un team di professionisti del settore portuale (ingegneri, geologi, biologi marini) che ci aiutano a valutare con contezza tutte le proposte che sono state fatte e che verranno fatte dalla controparte.

 

Chi sono i vostri interlocutori? Chi vi ha mostrato solidarietà?

Abbiamo ricevuto tantissima solidarietà. Fin dalla nascita siamo stati accolti con fervore. Migliaia di sottoscrizioni, di condivisioni, di interazioni con i post su Facebook. Il comitato era desiderato dalla popolazione, segno che la gente conosce i propri bisogni e quelli del territorio. I sanvitesi vogliono sapere cosa si progetta per il loro futuro e vogliono partecipare ai processi decisionali. Il comitato è nato perché c’era la necessità di dar voce a chi vive i territori, ai cittadini e alle cittadine.

 

 

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