Sciopero dell’indotto alla centrale A2A di San Filippo del Mela (ME).
Da ieri mattina, l’indotto della centrale elettrica A2A di San Filippo del Mela (ME) è fermo. Lo sciopero è stato indetto dai metalmeccanici che hanno, di fatto, bloccato tutto l’indotto della centrale. Con loro, in solidarietà, davanti l’ingresso anche i chimici, i ponteggisti e gli operatori dei servizi di pulizia.
Sono circa duecentocinquanta gli operai che da ieri incrociano le braccia, una buona parte di questi sono metalmeccanici. Hanno delle condizioni contrattuali penose, dicono, e ne hanno abbastanza della situazione di precarietà che si vive dentro la centrale. C’è la consapevolezza che se si fermano loro si ferma l’impianto ma sanno pure che se non si fa così le condizioni in cui si trovano adesso non miglioreranno di certo anzi, potrebbero addirittura peggiorare. Solo qualche mese fa, infatti, hanno scioperato per ben 12 giorni per scongiurare la possibilità che venissero operati dei licenziamenti. Dentro la centrale si continua a lavorare nella totale violazione del CCNL (contratto collettivo nazionale del lavoro), e ci sono lavoratori metalmeccanici a cui, attraverso il classico meccanismo delle esternalizzazioni ad imprese esterne, vengono imposti contratti che nulla hanno a che vedere né con le mansioni che, nei fatti, svolgono agli impianti, né con la paga che, altrimenti, sarebbe prevista. In sostanza paga oraria da fame, straordinari non pagati e condizioni di lavoro pessime. I primi responsabili che i lavoratori individuano, ovviamente dopo A2A, sono proprio le imprese che prendono in carico gli appalti senza nessuna volontà di investire su lavoro, sicurezza dei lavoratori e degli impianti. I lavoratori danno alle imprese la responsabilità di vivere da parassiti sulle spalle di chi si spacca la schiena tutti i giorni per sopravvivere. Sulla questione quasi tutto tace. Nessuna parola dalle istituzioni locali e regionali e nemmeno sui giornali.
Nella Valle del Mela come in tantissimi altri poli industriali della Sicilia, queste dinamiche sono pane quotidiano. Si vive in territori martoriati dall’inquinamento e dal lavoro precario anche dentro i grossi poli industriali. Le aziende e le multinazionali che insistono nel nostro territorio con i loro impianti hanno sempre puntato e continuano anche oggi a puntare sull’importanza che questi hanno in tutto il comprensorio per garantire occupazione. La realtà sembra essere abbastanza diversa. Nei piani di A2A la centrale, o parte di questa, dovrebbe diventare un inceneritore di rifiuti e già questo non sembra prevedere un aumento dei livelli occupazionali ma l’esatto opposto. Mentre già oggi, se A2A volesse, potrebbero lavorare circa 600 persone agli impianti della centrale e a contratto pieno. Ma questa è tutta un’altra storia. Già da tempo comitati e cittadini della Valle del Mela portano avanti una lotta per impedire la realizzazione dell’inceneritore, ma anche e soprattutto per ragionare collettivamente, anche tra chi lavora dentro questi impianti, su come superare il modello di sviluppo attualmente imposto. E anche i momenti in cui i lavoratori si alzano la testa contro chi li sfrutta possono essere produttivi sotto questo punto di vista.
I lavoratori chiedono da tempo, in base a quanto riportato nel comunicato divulgato ieri mattina, un confronto con tutto le imprese dell’indotto per la definizione di un accordo integrativo che riconosca specifiche indennità salariali. Malgrado i reiterati tentativi di interlocuzione, si continua nel comunicato, le strategie aziendali non hanno registrato cambiamenti significativi.
Per questo ieri i lavoratori hanno deciso di proclamare lo sciopero di 8 ore. Per questo lo sciopero sta continuando anche oggi e la mobilitazione proseguirà fino al raggiungimento di impegni condivisi e risolutivi della vertenza in corso. Sembra trattarsi quindi di uno sciopero ad oltranza che non terminerà se non a condizione che le richieste vengano esaudite.