Siracusa, rapporto Sentieri: eccesso di tumori maligni
Il quinto rapporto Sentieri, coordinato dall’Istituto superiore della sanità, in riferimento alla zona di Siracusa afferma: «L’incidenza complessiva dei tumori maligni, esclusi quelli della pelle, risulta in eccesso rispetto alla popolazione delle regioni del Sud e Isole in entrambi i generi, sulla base di stime incerte, nel periodo 2006-2012. Tra le patologie tumorali con un’evidenza a priori Limitata o Sufficiente di associazione con esposizioni ambientali presenti nel sito, il mesotelioma è in eccesso in entrambi i generi. Il tumore del polmone è in eccesso tra le donne e, sulla base di una stima incerta, tra gli uomini. L’incidenza del tumore del colon retto è in eccesso negli uomini e in difetto tra le donne, stime entrambe incerte. L’eccesso del tumore dell’ovaio è basato su una stima incerta. L’incidenza del tumore dello stomaco è in difetto in entrambi i generi, sulla base di stime».
Siracusa, insieme ai comuni di Augusta, Priolo e Melilli forma il cosiddetto quadrilatero della morte. Queste città siciliane sono interessate dal più grande polo petrolchimico d’Italia; il secondo in Europa con circa trenta chilometri di costa occupati da raffinerie, impianti chimici, inceneritori e cementifici. Dalla loro genesi queste industrie hanno rilasciato nell’ambiente ingenti quantitativi di H2S (idrogeno solforato), una sostanza estremamente tossica, irritante e asfissiante che a elevate concentrazioni può causare la morte anche in soli cinque minuti. In questi anni sono state riscontrate contaminazioni nei terreni, nei sedimenti marini, nelle acque superficiali, sotterranee e profonde. Queste analisi sono state approfondite e si sono confermate come la causa principale dell’elevato numero di ospedalizzazioni sia tra gli uomini che tra le donne.
Nello specifico, a destare preoccupazione è l’eccesso di ricoveri per malattie respiratorie acute in età pediatrica e giovanile. Un numero non irrilevante di neonati, in questa area, nascono con malformazioni congenite del sistema nervoso, dell’apparato digerente e dei genitali con le quali dovranno convivere per tutta la vita e che li porterà quasi sicuramente alla morte. L’inquinamento delle acque con idrogeno solforato provoca la moria di pesci, provoca un effetto sulle piante acuto e cronico per la sottrazione di microelementi essenziali per il funzionamento dei sistemi enzimatici. I campi che circondano e sono a ridosso delle ciminiere sono avvelenati. La popolazione consuma verdure inquinate e il bestiame viene abbattuto perché contaminato da diossina. Gli abitanti del posto si accorgono delle emissioni soprattutto quando i venti trascinano nei paesi gli odori dei poli industriali.
Tutto ciò avviene in una zona che già 20 anni fa era stata dichiarata in stato di emergenza ambientale, sito di interesse nazionale da bonificare. La colonia Sicilia continua a risultare protagonista in negativo di studi medici e sanitari. E’ di qualche settimana fa il preoccupante rapporto Sentieri in riferimento alla Valle del Mela, in provincia di Messina. Le persone in Sicilia non hanno il diritto nemmeno di respirare o quello di accedere a prodotti alimentari sani. Lo scenario generato dallo Stato Italiano e dalle sue multinazionali è, insomma, apocalittico.