A20, rischio crollo viadotto Buzza. Accusati dirigenti CAS

A20, rischio crollo viadotto Buzza. Accusati dirigenti CAS

Ieri è stato eseguito il sequestro preventivo del viadotto Buzza, che si trova in un tratto dell’autostrada A20 Messina-Palermo. Sono stati anche inoltrati gli avvisi di garanzia a ex dirigenti, dirigenti e funzionari del CAS. L’accusa è di omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovina e rifiuto di atti d’ufficio.

Le ragioni del sequestro

Il sequestro è stato richiesto dalla procura. Secondo i tecnici anche un lieve terremoto o semplici sbalzi di temperatura avrebbero potuto causare il crollo immediato dell’intero viadotto. Nel dicembre del 2018, dopo la segnalazione di un automobilista, i vigili del fuoco del Comando provinciale di Messina, effettuarono un sopralluogo. Le comunicazioni dei vigili del fuoco sono state riconfermate dalle indagini e dalla perizia in cui emergono le condizioni disastrose del viadotto: «i basamenti superiori in calcestruzzo, su cui poggia il viadotto e l’intero asse viario, risultano “dissestati”, dunque fuoriusciti e disallineati rispetto ai pilastri portanti». Dal 2018 la situazione non è migliorata.

 

A18 e A20 abbandonate dalla Regione 

L’autostrada in questione, gestita dal CAS, versa da molti anni in condizioni fatiscenti. Non si tratta solo di qualche piccolo tratto. E, in realtà, non si tratta solo della A20, ma anche dell’altro tratto autostradale gestito dall’ente della regione siciliana: l’A18. Entrambe sono state, anche di recente, al centro di proteste e reclami di cittadini che percorrono quotidianamente queste strade e rischiano la propria incolumità. 

 

Il CAS è inutile e la giunta inadeguata

Le indagini sui dirigenti del CAS, nominati dalla giunta di Nello Musumeci, ci portano a fare un paio di riflessioni. La prima è che il Consorzio per le Autostrade siciliane serve solo a sperperare i soldi dei siciliani per pagare dirigenti e funzionari. Questi, infatti, non svolgono nessun ruolo utile alla collettività. Al contrario non si fanno problemi a esporre a rischi seri coloro che utilizzano  i tratti autostradali in questione. La seconda riguarda invece direttamente la giunta, e quindi l’assessore Falcone e il presidente Musumeci. Loro dovrebbero vigilare sull’operato di questo ente, ma soprattutto dovrebbero fare in modo che la A20 e la A18 vengano messe immediatamente in sicurezza. Musumeci – in evidente stato confusionale – in questi giorni non ha fatto altro che auto elogiare se stesso e l’operato della sua giunta. Le cronache di queste ore, però, ci restituiscono una realtà ben diversa.

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