#Siamotuttincodicerosso: «basta affari sulla salute delle persone»
Valle del Mela. La campagna #siamotuttincodicerosso torna a intervenire sulle condizioni della sanità sul territorio. « Le priorità? Riaprire il pronto soccorso di Barcellona P.G. e potenziare quello di Milazzo».
Ad una settimana di distanza dall’iniziativa che ha suscitato scalpore e alimentato il dibattito intorno alle condizioni della rete sanitaria nella Valle del Mela, la campagna #siamotuttincodicerosso fa circolare una nuova nota e torna all’attacco.
« Le forze politiche che hanno governato – l’Italia e la Sicilia – negli ultimi 30 anni, hanno traghettato il servizio sanitario nazionale verso un sistema che in Sicilia si articola in aziende sanitarie provinciali, governate da manager nominati con il criterio della spartizione delle poltrone, secondo accordi pre elettorali, che operano – come tutte le aziende – seguendo le logiche del mercato – affermano». E continuano : «Il risultato è sotto gli occhi di tutti: una parte sempre più consistente della popolazione con redditi bassi e medio-bassi, rinuncia a visite o cure mediche per problemi economici, difficoltà nel raggiungere i luoghi di erogazione del servizio o per le sempre più lunghe liste d’attesa. E in tanti sono costretti a spostarsi addirittura in un’altra regione per curarsi».
«Riconosciamo come priorità assoluta la riapertura del Pronto soccorso di Barcellona Pozzo di Gotto, consapevoli delle condizioni in cui versa l’unico pronto soccorso rimasto attivo per tutto il comprensorio, quello di Milazzo».
Gli attivisti della campagna hanno le idee chiare. Per loro la priorità è garantire agli abitanti del comprensorio di Barcellona P.G. e Milazzo, quanto meno, il minimo indispensabile: la riapertura del pronto soccorso di Barcellona P.G. e il potenziamento di quello di Milazzo. Allo stesso tempo, però, riconoscono che « Non è più rimandabile l’apertura di un confronto pubblico che coinvolga gli abitanti del territorio, i comitati, le associazioni sportive, le parrocchie, i sindacati e le istituzioni locali, che abbia l’obiettivo di ripensare da zero la sanità nel nostro territorio». E per farlo, secondo i protagonisti della campagna non si può che «partire da una critica senza sconti al processo di aziendalizzazione della sanità pubblica, che è causa delle ingiustizie che viviamo ogni giorno, oltre che della privatizzazione di interi servizi e reparti».
Il dito contro l’ASP di Messina
La nota si concentra in conclusione sull’ASP, accusata di fare troppo poco e male : « Crediamo che l’Asp di Messina, oltre a gestire meglio lo status quo, debba fare un piano strutturale quinquennale di assunzioni, complementare ad un piano di realizzazione di strutture mediche (guardie mediche, presidi di medicina di base, ambulatori e consultori), presenti capillarmente sul territorio, accessibili a chiunque gratuitamente. Piani che dovranno essere periodicamente messi a verifica – nel merito e nel metodo – circa gli stati di avanzamento, attraverso lo strumento dei Consigli Comunali aperti.
Solo così, possiamo cambiare rotta, fermare la privatizzazione dei servizi sanitari e uscire dal governo dell’emergenza. Solo così sarà possibile diffondere la cultura della salute e di una sanità basata prevalentemente sulla prevenzione e non sulla proliferazione di strutture private, in cui la vita delle persone è ridotta a merce attraverso cui fare profitto.