Fase 2, Comitato Vespro: la Sicilia non è la Lombardia

Fase 2, Comitato Vespro: la Sicilia non è la Lombardia

Pubblichiamo da Comitato Vespro

La Sicilia non è la Lombardia

1. In Sicilia in questi ultimi due mesi sono stati accertati 2885 casi di contagio da Coronavirus; in Lombardia 69.092. Queste due Regioni rappresentano rispettivamente il punto più basso e quello più alto della pandemia nel nostro Paese. Mettendo a confronto questi due estremi si capisce facilmente l’inutilità e, soprattutto, la pericolosità di misure applicate uniformemente a tutte le Regioni.

2. In Sicilia ci sono stati 208 decessi per Coronavirus; in Lombardia 12.740. Dal 28 marzo al 20 aprile in Sicilia si è passati da 18 morti al giorno a 3; in Lombardia dai 542 morti del 28 marzo ai 163 morti del 20 aprile.

3. In Sicilia il sistema sanitario, per quanto sgangherato, ha retto all’impatto dell’epidemia; il sistema lombardo, per quanto eccellente e nelle mani di affaristi privati, è andato in pezzi.

4. In Sicilia il personale sanitario è riuscito a difendersi dal contagio, nonostante le difficoltà di reperimento dei dispositivi di protezione; in Lombardia il 4 di aprile si contavano 143 contagi tra il personale sanitario e decine di morti.

5. La Sicilia ha accolto i propri emigrati, lasciati fuggire dai luoghi dove si erano trasferiti per lavorare; la Lombardia, invece, non è riuscita a garantire la sicurezza ai tanti siciliani che spolpa in tempi normali e non esita ad espellere quando non le servono più.

6. I siciliani sono riusciti a far fronte all’emergenza con comportamenti previdenti e responsabili, nonostante il teatrino di politici locali inetti o istrionici; in Lombardia le istituzioni politiche ed economiche hanno gestito l’epidemia con condotte nocive e perfino criminali.

Malgrado le evidenti differenze ai siciliani vengono imposte le medesime misure che si applicano in Lombardia e nelle altre Regioni del Nord, gli stessi provvedimenti limitativi delle libertà personali e della ripresa. Rimanendo ancora chiusi in casa, i siciliani non riusciranno ad affrontare la catastrofe economica che sta per abbattersi su di loro e non potranno che rimanerne schiacciati.

Uniformare le misure restrittive ha l’effetto di impedire che la Sicilia possa risollevarsi in tempi brevi. I siciliani non accettano questa condanna che somiglia ad una sanzione autoritaria e mostra ancora una volta il destino di subalternità coloniale a cui sono costretti.

Mai come adesso c’è bisogno di Indipendenza; soltanto con l’Indipendenza e l’autogoverno il nostro territorio potrà gestire il proprio futuro, potenziare le mille energie che possiede, rinascere.

 

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