Sicilia: ogni goccia, un disastro

Sicilia: ogni goccia, un disastro
Ancora emergenza maltempo in Sicilia. Le piogge delle ultime ore hanno messo in ginocchio tutta l’area dell’agrigentino e del palermitano. Si inizia già a fare una conta dei danni che, come sempre, è gravissima.

 

Danni a strade, abitazioni, scuole e non solo

A Sciacca, l’esondazione del torrente San Marco, ha provocato danni alla rete idrica e fognaria. Diverse voragini si sono aperte nel manto stradale inghiottendo auto e fiumi di fango hanno travolto le vie della cittadina. Drammatiche immagini arrivano anche da Lascari, dove diverse abitazioni private sono state invase dall’acqua. Danni anche a strutture pubbliche, come quelli all’asilo Cacioppo di Menfi che è stato chiuso a causa delle infiltrazioni. A subire ingenti danni anche i comuni delle Madonie, come Scillato, dove il torrente è esondato e alcune persone sono rimaste bloccate nelle proprie abitazioni.

Ma le piogge di questi giorni non hanno risparmiato nessuno. Due notti fa a Catania è venuto giù il tetto di uno dei corridoi del Liceo Linguistico Boggio Lera, che è stato evacuato. E sempre l’altro ieri, a Palermo, gli studenti della succursale del Liceo Classico Vittorio Emanuele II hanno deciso di non entrare a scuola in segno di protesta. Il motivo? Sempre le infiltrazioni. In questi giorni, il controsoffitto della scuola palermitana ha in parte ceduto. Niente di nuovo, purtroppo. Sono ormai settimane che vediamo le stesse immagini ripetersi in modo sempre uguale.

 

Una situazione inaccettabile

Ad esprimersi in merito stavolta è il WWF Sicilia Nord Occidentale, che in una lettera aperta punta il dito contro «la distruzione e la manomissione continua e costante da parte dell’uomo dei territori, nel nome di un falso progresso».

Un punto di vista senz’altro condivisibile. La speculazione sul territorio siciliano va avanti ormai da decenni in maniera incontrollata, perpetrata attraverso grandi opere inquinanti, cementificazione selvaggia e svuotamento delle campagne, una pianificazione urbana che non ha tenuto conto di nulla e ha voluto le città come contenitori ad libitum. Le conseguenze, sono sotto i nostri occhi.

Infatti, le piogge delle ultime ore, per quanto abbondanti, non sarebbero state – in un territorio sano – in grado di provocare così tanti danni. La protezione civile ha diramato un’allerta meteo arancione che cita delle precipitazioni «sparse, anche a carattere di rovescio o temporale, con quantitativi cumulati moderati sui settori occidentali, meridionali e nord-orientali, fino a puntualmente elevati sui settori occidentali, da deboli a moderati altrove»

Sicuramente moderati non sono gli effetti che queste perturbazioni hanno avuto sul territorio. E se ormai il territorio è così saturo da non poter tollerare eventi climatici di questa intensità – boni semu.

 

Le responsabilità

Il presidente Musumeci è stato veloce a blaterare dei suoi 400 milioni ben spesi, dimostrando ancora una volta come non abbia la minima idea delle condizioni in cui versa l’isola. Non possiamo continuare a nasconderci dietro il dito, né tanto meno possiamo permettere alla classe dirigente di scaricare altrove le responsabilità. È folle pensare che ogni anno i siciliani debbano aspettare l’autunno e l’inverno – stagioni per loro natura caratterizzate dalle piogge – facendosi il segno della croce e sperando che vada tutto bene.

I responsabili, devono guardarci in faccia e devono dirci le cose come stanno. Ancora una volta, niente è stato fatto per provare a contingentare i danni. Nessuna risposta è stata data a chi questi danni li ha subiti e niente è stato programmato per preparare la Sicilia alle piogge ed evitare altre tragedie. Niente è stato fatto per tutelare la popolazione.
Quello che manca alla nostra isola è una progettualità, un disegno a lungo termine che inverta la tendenza di distruzione che di questo passo, di anno in anno, sarà sempre più evidente.

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