I sindaci del Sud e delle Isole chiedono il 75% del Recovery Fund

I sindaci del Sud e delle Isole chiedono il 75% del Recovery Fund
La rete dei sindaci del Sud e delle isole, nata per una più equa ripartizione dei fondi europei del Next generation EU, torna alla carica e chiede che il 75% delle risorse vada al Sud e alle isole. Il sindaco di Messina, Cateno De Luca, dopo aver inviato un documento a Roma, ribadisce che è finito il tempo dell’elemosina.

 

«Usare i fondi per la coesione territoriale»

Mentre a Roma si accelera per terminare il Piano Nazionale di ripresa e resilienza, che dovrà essere consegnato entro la fine di aprile alla commissione europea, al Sud e nelle isole non si placa la polemica dei sindaci. Questi, infatti, continuano a sostenere che il Recovery plan, così com’è, finirà per destinare la maggior parte delle risorse europee al Centro-Nord in barba alla coesione territoriale e alla necessaria ripresa dei territori marginali dell’Italia.

Su questo, tra gli altri, torna alla carica il sindaco di Messina Cateno De Luca. In una nota Facebook tuona: «basta elemosina». E dice: «L’Europa ha assegnato 209 miliardi all’Italia per risolvere il divario economico-sociale che ancora caratterizza il nostro territorio rispetto agli altri Stati membri […]. Ma il governo Conte con il Ricovery Plan aveva destinato solo briciole per il meridione d’Italia!»

 

Il pressing al governo Draghi

Già qualche settimana fa il sindaco dello Stretto si era espresso nel merito della questione aderendo alla rete di sindaci, del Sud e delle isole, che stanno facendo fronte comune per mantenere alta l’attenzione sul tema. Una rete che si pone l’obiettivo di protestare contro il centralismo romano e per attuare un pressing propositivo nei confronti del governo Draghi e del Ministro dell’Economia Franco.

«Ho elencato tutte le violazioni di norme e principi al presidente Draghi e al Ministro per la Coesione – continua De Luca – chiedendo di riscrivere il Piano Nazionale, destinando al Sud almeno il 75% degli investimenti nel rispetto dei criteri europei di suddivisione tra i vari Stati membri»

 

Una battaglia per il futuro della Sicilia

A esprimersi c’è anche la vice di De Luca che, insieme al sindaco, si sta occupando della questione. «Ci sono in ballo anche diversi progetti che riguardano la nostra città e che si sposano con la filosofia del piano Next generation Eu: il risanamento delle baraccopoli, il grande piano di forestazione e il polo di innovazione». Proprio la vice sindaca Previti venerdì sarà a Roma per un incontro con i vertici del Ministero dell’Economia e dell’Agenzia per la coesione.

«Questa è la battaglia – conclude il sindaco di Messina –  che va condotta per non perdere queste irripetibile occasione che potrebbe far cessare la fuga dei nostri figli dalla Sicilia e dall’intero meridione»

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