Siracusa: commercianti protestano per il caro prezzo dei prodotti ortofrutticoli
È dalle primissime ore di questa giornata che fuori dal mercato generale di Siracusa la situazione appare tesa.
Già da alcuni giorni i commercianti di prodotti ortofrutticoli della zona – che ogni mattina vanno a rifornirsi al mercato generale, per poi rivendere i prodotti ai cittadini – avevano denunciato un sensibile aumento dei prezzi. In merito sarebbero intervenute anche le autorità competenti che, affermando di avere portato avanti le necessarie verifiche, non hanno però segnalato incremento alcuno.
Questa mattina la situazione è sfociata in protesta e fuori dal mercato generale i commercianti si sono rifiutati di comprare per l’ennesima volta a prezzi esorbitanti. Tra i rivenditori e gli operatori del mercato si è tenuto un animato confronto a proposito del caro prezzo. Secondo i primi, esso sarebbe dovuto alla stagionalità dei prodotti. Negano invece i commercianti, secondo cui i prezzi di alcuni ortaggi sarebbero addirittura raddoppiati, attribuendo l’esorbitante incremento alla situazione dettata dalla pandemia in corso.
Forte il sentimento di solidarietà nei confronti della cittadinanza – alla quale si rifiutano di rivendere a prezzi rialzati – che si evince dalle loro parole. Categorica la loro posizione: «se non si possono abbassare i prezzi, noi non compriamo. Ce ne andiamo a casa». La protesta è continuata poi per tutta la mattinata, con l’arrivo delle forze dell’ordine e dell’Assessore alle Attività Produttive. Durante il confronto avuto con la responsabile del mercato, i commercianti hanno ribadito più volte il loro rifiuto categorico a rivendere a prezzi gonfiati alla gente, in un momento in cui la maggior parte delle attività produttive sono ferme e molte famiglie si ritrovano a stringere i denti.
«Siamo in guerra e vogliamo aiutare il popolo» – afferma uno dei rivenditori durante il confronto.
La situazione nelle ultime ore sembra essersi calmata e un accordo è stato raggiunto. Domani mattina i commercianti torneranno al mercato per constatare che i nuovi prezzi siano più abbordabili. Se così non sarà, non acquisteranno e continueranno la protesta.