Catania, Fiaccolata per la Libertà
Alle ore 19.00 di domenica 1 gennaio un centinaio di persone hanno preso parte alla “Fiaccolata per la libertà” di fronte la Casa circondariale di piazza Lanza di Catania per manifestare in merito alla tragica situazione nelle carceri italiane e per accendere i riflettori sul “caso Cospito”, anarchico al 41bis in sciopero della fame da oltre settanta giorni e a rischio di vita.
Simbolicamente le fiaccole hanno portare luce sulle istanze portate in piazza.
Dopo diversi interventi sui vari problemi del “sistema carcere” la manifestazione ha salutato i detenuti e le detenute della casa circondariale con fuochi d’artificio e con un corteo attorno alle mura della struttura.
Lanciata sul gruppo facebook “Amici e parenti dei detenuti” e promossa dagli sportelli per le famiglie dei detenuti dell’associazione Yairaiha, presenti a Catania, Lentini e Palermo, la manifestazione ha visto l’adesione di diverse sigle che hanno scelto di sottoscrivere l’appello e partecipare.
Nello specifico le rivendicazioni della fiaccolata hanno compreso cinque punti:
- Il caso Cospito. Da oltre 70giorni Alfredo Cospito ha avviato lo sciopero della fame e ogni giorno rischia di essere il suo ultimo giorno. Lo sciopero riguarda la scelta della magistratura di metterlo al 41bis, in quanto anarchico, e ritenuto a capo di una vasta organizzazione. Accusato di strage senza aver ferito né ucciso nessuno, punito, come si legge persino nelle motivazioni delle sentenze, perché mai pentito dei suoi ideali.
- La vera strage. Le carceri italiane segnano un nuovo record: 82 suicidi nel 2022, un morto ogni 4 giorni. Sono dati allarmanti, che non possono essere considerati “anomalie”, ma problemi sistemici.
- Le violenze. Continuamente vengono a galla casi di abusi e violenze degli agenti sui detenuti, come il recente caso di Santa Maria Capua Vetere. Violenze spesso impunite. Per ognuna che esce sui giornali, centinaia rimangono celate. Serve sostegno per dare la forza ai detenuti e alle detenute di denunciare gli abusi.
- Il sistema carcere. Dimostrato da ogni statistica oltre che dall’evidenza dei fatti, il sistema carcerario risulta inutile e dannoso ai fini della società. Un problema da superare, più che una soluzione. Come farlo si può capire solo mettendone in discussione strutturalmente la forma.
- La norma del 41Bis. Come recentemente espresso da diversi giuristi si tratta di una norma di natura emergenziale resa ormai stabile il cui obiettivo è, oggi più che mai, mera punizione e afflizione. Per come è concepito e attuato tale regime è vendetta di Stato, è tortura. È interruzione dello stato di diritto.
Il carcere è il problema, non la soluzione
La fiaccolata si inserisce in un percorso di eventi, manifestazioni ed azioni che nell’isola si sono costruite a partire dall’attivazione dei tre sportelli. La dimensione carceraria è un nodo centrale per la Sicilia, con una costante media di oltre seimila reclusi nelle carceri siciliane e altre migliaia sparse nelle carceri dello stato italiano. Un sistema di repressione e violenza che si riproduce senza alcun beneficio per la società. Un problema da superare, più che una cura.